Samolaco, il padre del ragazzo morto in motoslitta: "Una ferita che non si rimargina"

Il papà del giovane Scaramella che perse la vita in Val Mesolcina: "Il destino fu meno crudele con me: seppur ferito, mi salvai"

Christian Scaramella con il figlio Federik

Christian Scaramella con il figlio Federik

Samolaco (Sondrio), 18 gennaio 2020 - Una terribile caduta nel vuoto per finire in un burrone, profondo diverse centinaia di metri, dopo il cedimento di un costone innevato. La gita in motoslitta sulle montagne della Val Mesolcina, in Svizzera, era finita in tragedia nel tardo pomeriggio del 25 febbraio di un anno fa. Uno studente di 17 anni, Federik Scaramella, di Samolaco, in Valchiavenna, studente benvoluto da tutti all’istituto Leonardo da Vinci di Chiavenna, nella caduta non aveva avuto scampo, nonostante l’immediato allarme lanciato dagli altri componenti della comitiva.

Troppo gravi le lesioni riportate nello schianto sulle rocce e sulla neve ghiacciata, mentre il padre dell’adolescente, Christian, artigiano di 45 anni, venne ricoverato in prognosi riservata in un ospedale attrezzato di Bellinzona, in Svizzera. "Ogni volta che sui giornali si torna a parlare di quella terribile tragedia, che mi ha portato via un adorato figlio, è una ferita che si riapre - afferma papà Christian Scaramella, di professione falegname - ecco perchè vorrei non parlarne. È stata un’esperienza brutta, anzi bruttissima. E quando il sindaco di Samolaco, Michele Rossi, qualche tempo fa ha detto che c’era una pagina libera sull’almanacco annuale e voleva riempirla con un ricordo di mio figlio gli ho chiesto il piacere di non mettere niente, di riempire quella pagina con qualcosa d’altro". «Quel dannato giorno alla guida della motoslitta c’ero io - ricorda il genitore - e mi salvai per miracolo. Poteva toccare a me di perdere la vita, invece il destino fu crudele con lui e risparmiò me. Non si può, purtroppo, tornare indietro. Sono incidenti che capitano. Una cosa dico: poteva succedere anche in auto. Per non rischiare allora stai a casa, non ti muovi: ma poi non basta, in quanto capitano anche gli infortuni mortali domestici. Quante persone sono vittime, inoltre, di incidenti durante escursioni o mentre cercano funghi. Oggi vengono demonizzate le motoslitte, ma non è giusto".

L’artigiano valchiavennasco, nei giorni scorsi, ha avuto anche un altro pensiero: "Idealmente mi sono sentito vicino al padre del bimbo morto a Valdidentro con il bob, ora immagino schiacciato da un grande dolore. Federik, finita la scuola, spesso veniva in laboratorio ad aiutarmi. Quando faccio qualche operazione, al lavoro, mi sembra di rivederlo davanti ai miei occhi, perchè magari quel gesto - che ora faccio io - era solito farlo lui...". E del nuovo regolamento sull’utilizzo delle motoslitte adottato dal Comune di Campodolcino e altri in Valle Spluga cosa pensa ? "Un controllo maggiore va bene, serve. Ma un regolamento esisteva già. Il Consorzio di Starleggia, ad esempio, fu il primo a introdurlo tanti anni fa con le targhe per i mezzi, forse 15 anni fa, ma a volte è il destino, il fato, a stravolgere le regole...".