Ucciso dal monossido, l’Alta Valle piange Denis e prega

Valdisotto, esalazioni-killer: attesa per l’autopsia. Migliora la fidanzata

Denis Romedi

Denis Romedi

Valdisotto (Sondrio), 3 gennaio 2019 - L'Alta Valtellina è sotto choc per l’assurda tragedia di Capodanno. Da una parte c’è il dolore indescrivibile per la morte di un “ragazzo gentile”, come in molti ricordano Denis Romedi; dall’altra tante dita incrociate e preghiere per Elisa Bertolina, nella speranza che possa superare questa dura prova e riprendersi: non è più in prognosi, ma dovrebbe cavarsela in 20 giorni.

Teatro della tragedia che ha strappato la vita al 21enne di Valdisotto la sua baita di famiglia in località Plazz di Tola, dove il ragazzo e la sua fidanzata, anche lei 21enne, avevano deciso di trascorrere la notte di Capodanno. Nella camera da letto del bel rustico in montagna si è consumato il dramma, scoperto però solo nel pomeriggio del primo gennaio, quando il papà di Denis, preoccupato perché non era ancora rientrato a casa dopo la nottata e non riusciva a mettersi in contatto con il figlio, ha deciso di salire in località Plazz di Tola per controllare di persona. Attorno alle 16.30 è entrato nella sua baita e ha trovato il corpo senza vita del figlio e la sua fidanzata priva di conoscenza. Subito ha allertato i soccorsi, e se per il ragazzo non c’era già più niente da fare, la giovane studentessa di Valfurva è stata elitrasportata d’urgenza prima all’ospedale “Morelli” di Sondalo, poi al Niguarda di Milano, nosocomio dotato di camera iperbarica. Le sue condizioni inizialmente gravi, sono andate nettamente migliorando ed Elisa ora ce la farà.

Sull’accaduto indagano i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Tirano, intervenuti sul posto dopo la segnalazione del papà del 21enne. La baita è stata posta sotto sequestro per permettere le necessarie indagini, coordinate dal magistrato di turno, la dottoressa Elvira Antonelli. Già disposta anche l’autopsia sul corpo dello sfortunato giovane, che verrà effettuata oggi nella camera mortuaria dell’ospedale sondalino, dove la salma è stata ricomposta.Manca l'ufficialità che solo il reperto autoptico potrà dare, ma quasi certamente la causa è da ricercare nelle esalazioni da monossido di carbonio dovute al cattivo funzionamento del camino, unica fonte di riscaldamento della baita dove i due fidanzatini avevano deciso di salutare il nuovo anno. Denis Romedi, che da pochissimo tempo lavorava come manutentore alla Levissima di Cepina, lascia, oltre a mamma Adelia e papà Franco, anche due sorelle, Ilaria e Marina, e un fratellino, Daniel.

Una famiglia distrutta dal dolore per l’inaccettabile perdita di un bravo ragazzo che aveva tutta la vita davanti. Un giovane con la testa sulle spalle e tante idee: all’inizio del 2016 vinse un premio quando frequentava l’Itis Mattei di Sondrio (con alcuni compagni aveva progettato un motore turbo jet) e di recente, a soli 21 anni, aveva già ottenuto un posto a tempo indeterminato in Levissima. Sognava di sistemare casa e andare a viverci con la sua Elisa, e aveva già fatto con le sue mani i mobili. Ma in quella casa a Cepina non potrà mai andare a vivere.