Valtellina in lutto: è morto Mario Cotelli, leggendario ct della valanga azzurra

Castoldi, amico e presidente del Coni provinciale: "Un uomo schietto che ha fatto tanto per la nostra terra e lo sci alpino"

  Mario Cotelli, Dario Ricci, Gianmario Bonzi e Angelo Schena

Mario Cotelli, Dario Ricci, Gianmario Bonzi e Angelo Schena

Sondrio, 6 novembre 2019  - Il mondo dello sport valtellinese è in lutto per la scomparsa di Mario Cotelli, 76 anni, uno dei personaggi sportivi sondriesi più conosciuti, un uomo capace di plasmare una squadra che è entrata nel mito: la valanga azzurra. Il suo nome infatti verrà ricordato in eterno per essere stato il direttore tecnico di quella Nazionale di sci alpino che negli anni settanta ha dominato la scena mondiale, conquistando sfere di cristallo, coppe di specialità, titoli mondiali. Uno squadrone. Mario Cotelli è stato un mito per molti valtellinesi, un uomo che a costo di essere additato come scorbutico e antipatico ha sempre difeso, con motivazioni ben fondate, la sua opinione. Si può dire tutto di Mario Cotelli ma non che non abbia detto sempre quel che pensava, senza remore, senza pensarci un attimo. Merce rara, in un mondo in cui regna il “politically correct“.

Personaggio di caratura mondiale, Cotelli è sempre stato vicino allo sport valtellinese. «Mario l’ho conosciuto bene perché sua moglie Giuliana è stata mia collega nel mondo della scuola – ci racconta Ettore Castoldi, presidente del Coni provinciale –. Con le famiglie ci frequentavamo, quante serate con Giampiero Rossi e Diego Pini a parlare di tutto ma soprattutto di sport. Quando è stato il direttore tecnico della Valanga Azzurra avevo delle primizie riguardanti i big del momento: Thoeni, Gros e tutti gli altri compreso i “nostri“ Pietrogiovanna e Pegorari. E anche quando ha smesso di allenare la Nazionale ci siamo sempre trovati per una cena a cadenza annuale». L’ultima apparizione pubblica di Mario Cotelli a Sondrio, all’inizio di ottobre, in occasione di un incontro pubblico dal titolo “Verso le Olimpiadi 2026“, organizzato dal Panathlon International Club Sondrio e dal Lions Club Host Sondrio, con il patrocinio del Comune di Sondrio. «Mario da qualche anno aveva grossi problemi di salute, un’insufficienza renale che lo costringeva alla dialisi e a fine settembre le sue condizioni erano peggiorate ma poi si era ripreso e non aveva voluto mancare a quella serata sulle Olimpiadi dove è stato il solito Mario, con la sua verve polemica, il suo brio e che ha argomentato tutte le sue opinioni. Lui era uno che ci vedeva lungo, come si dice, che ha rappresentato al meglio la Valtellina nel mondo. Lo ricorderò sempre con affetto, un uomo schietto che ha fatto tanto per lo sport e per lo sci alpino in primis».

A quella serata di inizio ottobre, uno dei padroni di casa era stato Angelo Schena, presidente del Panathlon Club Sondrio, «Mario lo conoscevo da sempre – spiega – e ho sempre ammirato la sua sincerità. Quando intavolavi una discussione, lui è sempre stato molto aperto ed esplicito, un uomo che non amava molto i giri di parole. Una delle sue doti migliori era proprio quella di andare dritto al centro del problema così da poter poi affrontarlo nel migliore dei modi, cercando la soluzione migliore. Questa è una dote che riscontro in poche persone e per questo Mario Cotelli è stata una persona unica. Nella serata in cui ci siamo trovati a parlare di Olimpiadi ha espresso alcune sue perplessità, argomentandole a dovere, sempre con la sua verve e il suo stile inconfondibile. In quella serata l’ho presentato come lo “Sgarbi dello sport“, per il suo modo di difendere le sue posizioni». E sulla valanga azzurra Schena ricorda che «ero un ragazzino e Mario Cotelli per tutti noi è stato un vero mito. È stato sempre un orgoglio avere un convalligiano così autorevole in giro per il mondo. Mi hanno sempre colpito la naturalezza e la semplicità con le quali esponeva le sue tesi. Se ne va così un personaggio, un pezzo di storia dello sport italiano e valtellinese, un grande».