Valdidentro, muore per infarto: bufera sui soccorsi

La comunità scossa per il 55enne non soccorso dall’elicottero che dopo le 20 non vola: "100 minuti in ambulanza e senza il medico"

Il sindaco di Valdidentro, Massimiliano Trabucchi

Il sindaco di Valdidentro, Massimiliano Trabucchi

Valdidentro -  «Non mi piace intervenire in questi momenti, dove il silenzio è la miglior forma di rispetto. Ma, allo stesso tempo, non posso esimermi dal far sentire la mia voce, in rappresentanza di tutti voi, nei confronti di coloro che hanno la responsabilità di definire l’organizzazione sanitaria del nostro territorio. Ho sollecitato la Regione nel fare chiarezza su una situazione che ha colpito la nostra comunità e che non è accettabile. Ringrazio i colleghi sindaci dei Comuni vicini al mio fianco per sollecitare la soluzione del problema dell’intero comprensorio. L’Alta Valle necessita di un’assistenza sanitaria decisamente più efficiente di quella attuale. Non possiamo accettare di essere dimenticati solo perché più distanti dai grandi centri abitati. Nelle sedi opportune andrò avanti a far sentire la mia e la vostra voce finché non avremo ottenuto quello di cui abbiamo diritto". Così il sindaco di Valdidentro, Massimiliano Trabucchi, intervenuto sulla morte del 55enne Daniele Bradanini, stroncato da un infarto e non trasportato dall’elicottero perchè la sera, dopo le 20, non effettua più voli: non per il buio, ma per un problema di personale. Nell’infarto più è precoce l’intervento e più la mortalità è bassa. A segnalare il grave episodio sui social Andrea Terzaghi, l’ex dinamico presidente del Comitato a difesa della sanità di montagna.

"La morte di Bradanini riguarda tutti quanti - avverte Terzaghi -. Daniele poteva essere chiunque di noi. Un infarto, 100 minuti in ambulanza senza un medico, diretta a Sondrio, ospedale di Sondalo mai preso in considerazione. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia. Chiamiamo le cose con il loro nome, per favore. Non si tratta di semplice morte. Contro chi va puntato il dito? Forse ci conviene chiederlo a chi di dovere: il vicedirettore al Welfare di Regione Lombardia, Marco Salmoiraghi, a Sondrio in conferenza ci diceva che l’elicottero è quasi sempre disponibile - quasi però - e ci salverà la vita nelle urgenze. Ma dov’era l’elicottero martedì? Forse dovremo chiederlo a lui. O al nostro assessore alla Montagna Massimo Sertori che ci diceva di stare tranquilli, la sanità non è mai stata ad un livello così alto come ora, tecnologie, elicotteri ed organizzazione all’avanguardia. Dieci anni fa si sarebbe morti così? Ce lo dica lui. O dobbiamo domandarlo al direttore di Areu, Alberto Zoli, il quale garantiva ambulanze con medico a bordo ed un servizio capillare. E il presidente Fontana? Il prefetto può fare qualcosa? Sarà il caso che indaghi anche la Procura di Sondrio. Ogni cittadino ha il dovere di farsi sentire. Alle istituzioni il compito di tutelarci, ai sindaci di difenderci, ai politici di tornare a servire la popolazione, e non asservire il potere. Ci auguriamo che anche questo omicidio non resti imputato alla sfortuna". «Stiamo analizzando il caso - dichiara Gianluca Marconi, direttore dell’Aat del 118 Sondrio -, ogni passaggio di quello che è accaduto, per poter dare risposte in breve tempo. L’elicottero “nuovo”, che ha base a Sondrio, non poteva intervenire perché dalle 20 non vola più, ed è successo alle 20.40 circa".