Mortirolo tutto rosa per il Giro d'Italia

La 16esima tappa ha infiammato le strade valtellinesi

Corridori e tifosi sul Mortirolo (Lapresse)

Corridori e tifosi sul Mortirolo (Lapresse)

Tirano (Sondrio), 29 maggio 2019 -  Il Giro d'Italia ha infiammato le strade valtellinesi. E sul Mortirolo è scoppiata la prima vera bagarre dell’edizione 102 della corsa rosa dimostrando, ancora una volta, che questa è una salita diversa dalle altre. Difficilissima, impegnativa, tosta. Mitica.

Tanti, tantissimi appassionati valtellinesi e non delle due ruote, malgrado il giorno feriale e il maltempo che ha scoraggiato molti ad andare in alto, si sono inerpicati fino ai 1.852 metri del Mortirolo per vedere il passaggio dei girini. Spettacolare il colpo d’occhio sul Mortirolo che, fin dalla mattinata, si è presentato come una marea multicolor di gente arrivata la sera precedente con camper, tende e quanto altro oppure salita in bicicletta o a piedi. E tante ragazze e donne presenti a dimostrazione che il ciclismo è sempre più uno sport in «rosa». Massiccia la presenza di ciclisti con le E- Bike perché con «l’aiutino» è più facile affrontare i terribili tornanti di una salita di 12 chilometri, con pendenze anche del 20%, che non perdona. Tanti i barbecue e i tendoni «privati» che hanno rifocillato i presenti con panini con salsiccia e con altri cibi.

E tante magliette, bandiere e vessilli, per Nibali, lo «squalo» è stato il più osannato e tifato, ma anche per l’assente di lusso Aru o per Roglic (tanti i suoi fan provenienti anche dalla sua Slovenia). Molti anche gli olandesi e belgi lungo il percorso. E al Pian di Cop i volontari provenienti da Grosotto hanno cucinato per tutti i presenti. Sul passo del Mortirolo abbiamo intercettato (in auto) Mauro Santambrogio, ex pro salito quassù diverse volte in carriera. «Questa è la prima volta che lo faccio in macchina – dice Santambrogio -, di solito la facevo in bici. E mi ricordo che è sempre stata una salita difficile, difficilissima, un’ascesa storica, da leggenda. E quando termina la tappa mi ricordo che senti la soddisfazione di aver percorso una salita storica e di aver fatto parte anche tu, un pochino, della storia di questa mitica ascesa».

Un giudizio complessivo lo lasciamo a Gigi Negri, direttore del consorzio turistico Terziere Superiore. «Il Mortirolo è sempre il Mortirolo, con le sue difficoltà e il suo fascino. La tappa è stata molto bella e, come hanno dichiarato molti ciclisti, se ci fosse stato anche il Gavia sarebbe stata da… leggenda. Noi ci abbiamo provato ma non c’erano le condizioni di sicurezza (rischio slavine, ndr) per poter far passare la corsa. La tappa è stata l’ennesimo spot per la Valtellina…».