Morbegno, l'impresa Castelli piange Nicola dipendente-amico

Il ricordo dell'operaio dopo l'incidente sul lavoro di giovedì sera

Nicola Pontiggia

Nicola Pontiggia

Morbegno, 4 novembre 2017 - Era diventato nonno da poco e non potrà vedere crescere il suo nipotino perchè un destino crudele lo ha strappato alla vita a 55 anni. Nicola Pontiggia, residente a Cosio Valtellino, giovedì pomeriggio non doveva nemmeno trovarsi nel piazzale della ditta per cui lavorava da decenni, la Castelli Costruzioni con sede in via Stelvio a Morbegno. L'azienda, infatti, era chiusa per ferie ma Pontiggia, il più fedele collaboratore della ditta, ligio e dedito al lavoro come pochi, voleva controllare un camion. Forse era convinto che avesse qualche problema meccanico e voleva sistemare la situazione prima del ritorno al lavoro e della riapertura dell'azienda. Fatto sta che ha deciso di andare nel piazzale dietro il capanno e si è messo a controllare il mezzo pesante dopo averlo alzato da terra. All'improvviso, però, un perno di ancoraggio deve aver ceduto e il 55enne è rimasto schiacciato sotto il camion.

A trovare il corpo senza vita del dipendente e amico è stato Gianmaria Castelli. «Nel pomeriggio ho ricevuto al chiamata del genero che mi chiedeva se avessi visto Nicola - racconta ancora sotto choc – ma poiché siamo chiusi per ferie non mi sono preoccupato più di tanto. Nemmeno mi sono reso conto della presenza del camion con il motore in moto, visto che era parcheggiato in un piazzale sul retro. Solo quando ho visto uno dei portoni aperti, ho fatto un controllo e l’ho visto lì sotto». Nicola Pontiggia lascia la figlia Nataly e un nipotino di pochi mesi. «Non lo conoscevo – commenta il sindaco di Cosio Valtellino, Alan Vaninetti – ma una morte così improvvisa e cruenta lascia sempre un grande senso di vuoto. Siamo vicini alla famiglia per la tragica scomparsa di Nicola, un abbraccio particolare alla figlia». E dopo l'infortunio mortale sul lavoro, il terzo da inizio anno, Michele Fedele, referente Cisl Sondrio sicurezza sul lavoro, interviene in merito al delicato tema della sicurezza.

«Ogni volta che si verifica un infortunio mortale, o grave, avvertiamo un senso di sconfitta accompagnato da una frustrazione non indifferente – afferma -. Quale sindacato dei lavoratori, infatti, siamo impegnati quotidianamente sulle tematiche della sicurezza sul lavoro attraverso l’attività delle nostre rappresentanze, sia aziendali che territoriali, verificando nei luoghi di lavoro la puntuale applicazione delle norme a tutela dell’integrità dei lavoratori e, soprattutto, cercando di dare ai lavoratori e ai datori di lavoro informazioni utili a espletare procedure lavorative che tengano in debito conto la tutela della loro salute e della loro incolumità. Purtroppo, quando la cronaca ci mette di fronte ad un dramma così grande, quale quello che ha coinvolto Nicola e la sua famiglia, veniamo colti da smarrimento e sgomento per non essere riusciti, nonostante le nostre azioni e il nostro impegno, ad evitare una tragedia pur essendo realisticamente consapevoli che il lavoro che svolgiamo può ridurre, anche di molto, i rischi infortunistici ma non può garantirne la totale eliminazione. In presenza di un episodio drammatico, quale quello di Morbegno, è necessario superare quella sensazione di sconforto che ci pervade e trovare la forza per procedere con maggiore vigore nella nostra azione di prevenzione sui luoghi di lavoro per assicurare maggiori tutele per la salute e per l’integrità dei lavoratori».