Morbegno, furenti i commercianti di via Fabani: "Siamo abbandonati dal Comune"

I titolari dei negozi chiedono maggiore attenzione anche dalla Pro Loco come avviene per altre zone della città

Le commercianti Andreina Barri e Luisa Ghislanzoni

Le commercianti Andreina Barri e Luisa Ghislanzoni

Morbegno (Sondrio) - "È sempre stata una via abbandonata anche nei tempi del commercio d’oro, dove gli affitti sono salati perché i proprietari ritengono la zona centrale, mentre in realtà sembra che siamo in piena periferia. Ora diversi negozi qui hanno chiuso o si sono spostati altrove, per avere un passaggio migliore. I venerdì in festa o le iniziative per la notte bianca non ci coinvolgono. Il vicino Arengario è poco sfruttato. Abbiamo sempre contribuito alle luminarie natalizie, ma questa volta, dopo vent’anni, abbiamo detto di no. Vogliamo dare un segnale all’amministrazione comunale e alla Pro Loco della nostra profonda delusione".

Sono amareggiate Maria Luisa Ghislanzoni e Andreina Barri, titolari dell’agenzia “Viaggi da Matty”, parlando di via Fabiani. "E poi il cambio di senso di marcia in via Martelli - ricordano - ha creato un ulteriore scompenso, in aggiunta a quello che è successo con la trasformazione in via Ambrosetti, come fossimo in una grande città, con la cancellazione di diversi parcheggi. Il lavoro, causa anche la crisi per il Covid, è più che dimezzato e il Comune dovrebbe almeno venirci incontro abbassando i costi fissi, invece arrivano i vigili urbani come falchi a multare se qualche auto è fuori posto per qualche minuto". Fortemente deluso della situazione, che perdura da tempo, anche un altro commerciante.

"Me ne vado da qui - annuncia Luca Baldinelli di “Mondo bimbi” -. Mi trasferisco in piazza Caduti della Libertà, in uno spazio triplo di questo, dove le istituzioni comunali investono per abbellire e attrarre la clientela e dove esiste il servizio carico-scarico per le merci, senza l’incubo di essere multati come avviene qui. In 12 anni di mia presenza non è mai stato fatto nulla per questa strada. Però gli affitti sono molto cari. Ora vado dove il Comune ha creato il triangolo del commercio: via Vanoni-via Garibaldi-piazza Caduti della Libertà: tutte le iniziative pubbliche vengono organizzate là, noi siamo totalmente dimenticati. C’è moria di negozi, infatti: guardi quanti cartelli con la scritta affittasi/vendesi". Anche Nadia Romeri, titolare dell’edicola “Il Trapezio”, si lamenta: "Li aspettavo al varco. E sono arrivati a chiedere i soldi per le luminarie, ma non ho scucito un euro stavolta. Si ricordano di noi solo per riscuotere, poi tutto avviene altrove. È ora di dire basta, di farci sentire in Comune. Siamo trattati da commercianti di serie C, neanche di serie B rispetto ai nostri colleghi".

Appare rassegnato il titolare dello storico bar “Pizzo Badile”, Diego Spini: "A lamentarsi serve a poco. Sono aperto da 29 anni e l’amministrazione comunale non fa nulla per aiutarci, o almeno per non ostacolarci. Si ricordano di noi solo per incassare. Non abbiamo potuto mettere neppure il dehor, a differenza di altri colleghi. È da 2-3 anni che mi rifiuto di pagare le luci di Natale: tutte le attrazioni per la clientela sono organizzate in altre strade. E in via Fabiani, dove sono rimaste una quindicina di attività, stanno chiudendo tutti".