Montagna, lo “scheletro” sarà venduto all’asta: "Potrebbe diventare un ristorante"

In passato già tentata la cessione ma senza successo

L'area semi abbandonata di Montagna (Orlandi)

L'area semi abbandonata di Montagna (Orlandi)

Montagna (Sondrio), 10 gennaio 2018 - Si è finalmente sciolta l’intricata questione legata all’area semi abbandonata di Montagna piano, poco più che uno scheletro di edificio su 2000 metri quadri di terreno, tra il colorificio Diano e il Politec. Dopo che, tre anni fa, nella finanziaria, il Governo ha dato la possibilità ai Comuni di acquisire i beni demaniali per una loro valorizzazione, l’amministrazione guidata da Angelo Felice Di Cino si è mossa, interessandosi all’immobile di via Stelvio, alle porte dell’abitato.

«Non per far cassetto - precisa il sindaco - ma per sistemarlo, visto che abbiamo sempre insistito sull’importanza del decoro. È talmente fatiscente da gridare vendetta, uno sgradevole biglietto da visita per il Comune». Ma a separare dall’obiettivo si sono frapposti una serie di ostacoli. «Dopo l’acquisizione - continua- è subentrato l’ex proprietario che vantava diritti non suoi. Secondo lui, il Demanio si era appropriato dell’immobile senza averne diritto». Gli anni successivi sono stati scanditi da un suo continuo appellarsi e da una conseguente e obbligata difesa legale da parte dell’amministrazione.

«Tra avvocato e spese legali abbiamo sborsato 20mila euro», rivela il primo cittadino, specificando che, nel frattempo, la persona in questione continuava a portare avanti la sua attività all’interno dell’immobile. «Nel momento in cui abbiamo avuto la piena titolarità dell’immobile e del suo contenuto, abbiamo sigillato tutto con l’Ufficiale giudiziario. Era l’estate dell’anno scorso», prosegue. Dopo tante vicissitudini, finalmente un sospiro di sollievo. «Anche se, per il nostro avvocato, si potrà mettere la parola fine solo tra un anno, non dovremmo avere più sorprese. Non può avanzare pretese nemmeno sul contenuto dell’immobile». Intanto che si consumava la vicenda, il Comune ha emesso due bandi per vendere l’immobile, entrambi andati deserti. Vuoi il prezzo a base d’asta, 300mila euro in base alla perizia, per un immobile tutto da rifare, con i rifiuti da smaltire e un’area intera da bonificare, vuoi per la causa di possesso ancora in corso. Ora che la faccenda si è conclusa, il Comune ci riproverà, forse con trattativa diretta con un acquirente. «Ci sono un paio di soggetti, imprenditori locali, che hanno manifestato interesse; dobbiamo capire solo come procedere», conclude. Spese di ristrutturazione e riconfigurazione a parte, la location è interessante, strategica: potrà ospitare un ristorante o qualsiasi altra attività di stampo commerciale, come vuole la destinazione d’uso.