"La montagna frana, ma la cava non si ferma"

Novate Mezzola, l’allarme del sindaco Fausto Nonini: disposti studi per valutare la pericolosità, ma la Provincia non sospende l’iter estrattivo

Gli sfregi sulla parete rocciosa per le frane

Gli sfregi sulla parete rocciosa per le frane

Novate Mezzola (Sondrio) - «A seguito dei sempre più frequenti fenomeni di caduta massi che interessano il versante orientale e quello meridionale del Monte Avedee, il 25 marzo abbiamo inoltrato una richiesta di stralcio dell’ambito estrattivo alla Provincia di Sondrio in località Foppa-Ganda grossa. Durante l’ultimo evento in località Motta, la sera del 22 gennaio, diverse case sono state danneggiate dai massi, 80 residenti evacuati da 29 case. Ci siamo attivati incaricando un geologo per estendere la perimetrazione di Frana attiva, che già interessa la maggior parte del versante del monte Avedee, su cui insistono gli ambiti estrattivi, sino al piede della parete rocciosa". Il 24enne sindaco-ambientalista di Novate Mezzola, Fausto Nonini, agisce subito, senza perdere tempo.

«Stiamo predisponendo in questi giorni - spiega - il monitoraggio, a cura di un altro geologo, di una frattura innescata dall’uso dell’esplosivo delle passate attività estrattive. La Cm disporrà uno studio approfondito da parte della Spin-off accreditata all’Università di Milano Bicocca EG4RISK utilizzando le migliori tecniche di rilevamento della parete rocciosa e di modellazione di caduta massi, col fine di poter valutare quali interventi di difesa realizzare a protezione del nucleo urbano. Nonostante tutto quello che è successo, nonostante gli studi in corso o che stanno per essere eseguiti, che richiederanno i giusti tempi tecnici, è notizia di pochi giorni fa che è stato presentato un nuovo progetto estrattivo".

"Sono molto deluso - aggiunge Nonini -. Mi sento abbandonato dagli enti superiori, ad oggi non ho constatato nessun riscontro alla comunicazione del 25 marzo se non dalla Provincia di Sondrio che, solo dopo averci comunicato la presentazione di un nuovo progetto estrattivo ci comunica che: “La valutazione delle criticità geologiche e idrogeologiche da Lei evidenziate dovrà pertanto essere effettuata nell’ambito della procedura autorizzatoria recentemente avviata dalla società proponente”". Si aspettava altro: "Vista la situazione di possibile rischio c’è l’incarico a specialisti per condurre studi che possano determinare in maniera oggettiva la situazione. Non si attende, invece, l’esito degli studi e c’è l’istruttoria avviata dalla Provincia. La nostra comunicazione evidenzia un problema oggettivo dell’area, indipendentemente da progetti su di essa, non comprendo, dunque, come si possa procedere come se nulla fosse accaduto. Nemmeno viene presa in considerazione una momentanea sospensione. Mi aspettavo una presa di posizione adeguata da chi, come me, rappresenta i cittadini negli enti pubblici, e mi riferisco all’ente provinciale".