Sondrio, l'ipotesi mercato coperto fa discutere: ambulanti divisi

La categoria rivendica l'attrattività dei banchi

Il mercato ha subito più traslochi nel corso degli anni

Il mercato ha subito più traslochi nel corso degli anni

Sondrio, 3 marzo 2018 - Dai banchi dell’ortofrutta del mercato cittadino del mercoledì, si levano pareri contrastanti sul mercato coperto permanente che Coldiretti vorrebbe creare davanti alla stazione dei treni, nell’ex deposito dei bus della Perego. C’è chi, come Paolo Prandi, titolare dell’omonima azienda agricola di Poggiridenti (ha la bancarella in piazzale Bertacchi), sostiene che sia un’idea estemporanea, «poco sostenibile e sovradimensionata per la realtà sondriese».

«Ho paura che un impegno di sei giorni su sette, se è così che vogliono impostarlo - precisa - sia molto impegnativo per un agricoltore. Spese elevate a fronte di uno scarso ritorno economico». Mancano i numeri perché possa reggere. Per rendersene conto, secondo l’imprenditore agricolo, «basta osservare gli esiti di alcuni passati tentativi», come quello al Centro le volte. Fatte queste premesse, «penso che ci sia spazio per tutti e non credo che un mercato coperto possa danneggiarci». «È il mercato che tira la Coldiretti, non il contrario», sostiene Giuseppe Protano, dal suo banco davanti all’Oviesse. Lui rivende frutta e verdura partendo dal lago e attraversando tutta la Valtellina, fino a Bormio. «Non abbiamo paura della concorrenza, non ci intimorisce». Ormai è prassi: «ogni volta che ci sono le elezioni tirano fuori l’argomento mercato/bancarelle - prosegue - dimenticando che siamo noi a portare la gente in città».

Da 40 anni la vicina, Barbara Rota, insieme alla sua famiglia, rivende frutta e verdura in provincia e non ci sta a veder nascere una nuova attività che possa penalizzarla. Per lei, il mercato coperto è un secco «no, se deve essere penalizzante per noi». «Diverso il discorso se ci dessero la possibilità di partecipare - specifica - Non disdegniamo certo un posto riparato, al coperto: d’inverno, all’aperto si muore di freddo e d’estate c’è troppo caldo». Insomma, il benestare lo dà solo a patto di non subirne le conseguenze: «Già sotto le feste di Natale, quando mettono le casette di legno in piazza Garibaldi e dintorni, lavoriamo meno. Quelle, ad esempio, dovrebbero farle la domenica». Anche Giuseppe Pappalardo, da 20 anni in Valle con la sua merce, sarebbe infastidito da un’eventuale concorrenza, ma «prima di giudicare, vorrei capire meglio di cosa si tratta. A me che sono rivenditore e produttore il mercato coperto potrebbe interessare».