Medici in prestito dalla Sicilia: "A Chiavenna per aiutare gli altri"

Francesca, 47 anni e una famiglia, distaccata sulle Alpi: "Mano tesa ai colleghi in affanno". Al lavoro a 1.600 chilometri da casa. Stipendio maggiorato? Ma viaggi, vitto e alloggio si pagano

Il direttore dell’Asst Valtellina Tommaso Saporito

Il direttore dell’Asst Valtellina Tommaso Saporito

Non ci sono radiologi a Chiavenna e l’ospedale della cittadina al confine con la Svizzera sigla un accordo con Palermo: 10 medici siciliani si alterneranno ogni settimana per turni di 12 ore, dalle 8 alle 20. E i circa 25mila residenti in Valchiavenna potranno avere ecografie, Tac, con o senza mezzi di contrasto, interne e ambulatoriali, e i relativi referti. «Come Azienda – dichiara il dg Tommaso Saporito – siamo sempre alla ricerca di nuovi medici radiologi da inserire in organico, e di continuo vengono promossi bandi per il reclutamento. Per ora senza successo».

Chiavenna (Sondrio)​ - La prima a prendere servizio, dalla lontana Sicilia, è la dottoressa Francesca Lucentini, 47 anni, sposata e con figli.

Come si trova?

"Per carità nessuna intervista... Mi hanno accolto bene, colleghi e pazienti. È un ambiente altamente professionale. Sono arrivata a Chiavenna domenica sera e ho preso servizio lunedì mattina. Lascerò venerdì sera e al mio posto subentra un collega da Palermo".

Come è maturata la decisione di venire sino quassù?

"È una proposta giunta al mio primario, vagliata anche dall’assessorato regionale alla Sanità e, infine, autorizzata dalla Direzione".

Un aiuto che viene dato a colleghi nel profondo Nord.

"Sì. È stata firmata una convenzione. Siamo circa 20 nella nostra azienda ospedaliera, la Arnas Civico. Un numero che ci consente di muoverci, andando ad aiutare chi è in sofferenza di personale. Anziché svolgere delle ore di professione libera, autorizzata, le dedichiamo in una struttura ospedaliera pubblica. Per me qui al Nord è un’esperienza del tutto nuova".

Lo stipendio è allettante. Si parla di circa 7mila euro al mese. Giusto?

"No. È sbagliato. Una parte consistente, infatti, va al nostro ente sanitario. Poi c’è chi ha detto, erroneamente, fra i suoi colleghi, che siamo totalmente spesati di vitto e alloggio. Ho garantito il pranzo nella mensa dell’ospedale di Chiavenna, poi la sera devo arrangiarmi per la cena. E lo stesso vale per le spese di viaggio e di alloggio. Qui a Chiavenna, infatti, pago di tasca mia un B&B per dormire e la colazione al mattino. E sul guadagno, che non raggiunge la metà della cifra da lei indicata, vanno poi detratte le tasse".

Un bell’impegno, insomma.

"Si lavora in una sede disagiata, ma dove la cucina è ottima... solo un po’ pesante. E con spirito di sacrificio come siamo abituati noi siciliani, anche lontano dalle famiglie. Sono felice di rendermi utile".

Per quanto tempo?

"Il contratto è per 6 mesi".