Maurizio Folini, con l’elicottero sull’Himalaya. Come si salvano vite a ottomila metri

Viene dalla Valtellina il pilota che ha esportato il recupero aereo in Nepal sulle vette più alte del mondo. Ora l’obiettivo è il Pakistan e il K2, la “Montagna degli italiani“: "Ci sono difficoltà, ma ci riuscirò"

Maurizio Folini

Maurizio Folini

Chiuro (Sondrio) -Salire in elicottero fin quasi a toccare il cielo per salvare vite umane. E insegnare agli altri questa affascinante "professione-passione", adrenalinica come poche e sempre molto vicina al limite. È la mission, la vita, di Maurizio Folini, il pilota elicotterista che vola sopra i settemila e, a volte, molto vicino anche agli ottomila con piccoli elicotteri per cercare di salvare la vita agli alpinisti in difficoltà sulle bellissime montagne del Nepal. E lo si sa che, un po’ come per l’uomo, anche per l’elicottero…"più si sale in alto e più è difficile volare". Non vuole essere chiamato eroe ma per molti, tutte le persone che ha salvato mettendo a repentaglio anche la sua vita perché quando si vola a certe quote l’imponderabile è dietro l’angolo.

Come è incominciata questa grande avventura? "Già da bambino, con mio padre, amavo andare in montagna, l’avventura mi intrigava. E così è stato anche con l’elicottero in Nepal: una grande avventura".

E il volo? "Fin da ragazzo, nei tardi anni ’80 e nei ’90, ho volato in deltaplano e in parapendio ed è in quegli anni che è nata la passione per l’elicottero".

E poi il brevetto… "Sì, in California negli Usa, a nord di San Francisco: è stata una bellissima esperienza, il primo anno ho preso il brevetto per il volo privato e poi per quello commerciale ma quello è una sorta di 'zainetto vuoto', poi ci vuole l’esperienza sul campo per imparare veramente a volare. Io ho iniziato la mia esperienza in un’impresa di Samaden in Svizzera. Di lì sono poi passato al soccorso alpino sulle Alpi".

E il Nepal? "È nato tutto per caso. Ho presentato a una delegazione nepalese un elicottero per conto di Leonardo e ho effettuato anche un volo dimostrativo. Il mio sogno era di poter operare in Nepal e così mi sono lanciato e ho messo le basi per poter operare in quel Paese dove le montagne sono tante e tanto alte. Le più alte del mondo. Per 10 anni sono andato in Nepal in primavera e in autunno. Nel 2009–2010 l’elisoccorso non era di certo sviluppato in Nepal ma mi sono reso conto del grande potenziale da sviluppare anche nell’ambito del trasporto di materiali in alta quota".

Quali le esperienze da ricordare? "Il volo di soccorso in elicottero più alto al mondo è stato quello in cui ho portato il mezzo a 7.800 metri. Sapevo di essere molto vicino al limite, alla fine tutto si è risolto per il meglio. Il rischio c’è anche per noi: a certe quote il manuale di volo dell’elicottero non dice nulla… te lo devi creare tu".

Un sogno? "Mi piacerebbe allestire un servizio simile a quello del Nepal anche in Pakistan dove c’è il mitico K2, la montagna degli italiani. Ho mosso i primi contatti, le difficoltà non mancano ma sono fiducioso di riuscire…".