Massimiliano Gregori Una vita da pompiere

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"Se mollo? Non potrò arrampicarmi sui tetti ma qualcosa per un annetto continuerò a fare. L’autista per esempio, insieme ai colleghi volontari del distaccamento di Desenzano". Dopo 38 anni in servizio nel Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, oggi va in pensione Massimiliano - per tutti Max - Gregori, storico caporeparto (esperto) dei pompieri. Triestino, 60 anni compiuti lo scorso 15 dicembre, Max è a Brescia dal 2003, da quando cioè - all’epoca di stanza a Gorizia - ha vinto il concorso. Per 15 anni è stato a capo del distaccamento di Salò, e nel 2018 è passato a Montichiari, al vertice del gruppo di stanza all’aeroporto Gabriele D’Annunzio. Padre di tre figli, ha trascorso una vita dividendosi tra le emergenze e la famiglia, la caserma di via Turrini a Salò, la formazione - tra le altre cose, è esperto provinciale in ambito Nbcr, il Nucleo di pompieri specializzati in nucleare, batteriologico, chimico - e le battaglie da sindacalista di lungo corso. Per anni infatti Max Gregori è stato coordinatore regionale del sindacato di categoria, prima delle Rappresentanze di Base, poi di Usb. Una vita movimentata trascorsa tra gli interventi più disparati. "Ma il nostro è un lavoro usurante, sempre sul filo dell’emergenza, e a una certa età non puoi più essere operativo", ammette. Gli eventi gli scorrono davanti agli occhi. "Non ce n’è uno che ricordi più di altri. Senz’altro gli interventi più difficili sono stati quelli che hanno riguardato bambini e ragazzi, o quelli in cui abbiamo dovuto consegnare a padri e madri i figli morti".