"Mancano gli stagionali? Qui non c’entra il reddito di cittadinanza"

I dubbi di Zamboni della Cgil in merito alla carenza di figure professionali: "Vorrei conoscere il salario che viene proposto"

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La mancanza di figure professionali nelle strutture turistiche valtellinesi? Un fenomeno che va studiato bene per capirne le cause e le origini e trovare eventualmente un rimedio. Il problema è serio perché le strutture alberghiere, in vista di una stagione estiva che si sta avvicinando, non riescono o, comunque, hanno grosse difficoltà a completare gli organici e quindi sono in grande sofferenza. I motivi? Per molti questa mancanza di figure essenziali per il comparto turistico ha due motivazioni: la chiusura prolungata (oltre un anno) del settore turistico ha provocato una fuga di professionalità verso altri settori e poi le misure di sostegno sociali (reddito di cittadinanza, bonus o il ricorso alla cassa integrazione) non invogliano di certo i beneficiari a cercare lavoro.

Ma per i sindacati o, almeno, per Guglielmo Zamboni della Cgil di Sondrio che ha un’altra idea. "Da noi il reddito di cittadinanza non è molto rilevante riguardo a questa problematica relativa alla mancanza di personale qualificato nelle strutture ricettive turistiche – dice Zamboni – e le altre forme di ammortizzazione sociale (la proroga della cassa integrazione voluta dal Governo per far fronte alle chiusure dovute alla pandemia) sono ormai al termine. Mi risulta un po’ strano concepire queste difficoltà del settore turistico nel reperire personale. Di gente a casa ce ne è e quindi, come ogni anno, non vedo come ci possano essere maggiori difficoltà nel reperire questo tipo di lavoratori da parte degli operatori turistici. Bisogna vedere, eventualmente, il perché di queste difficoltà. Mi piacerebbe sapere quale sia il salario proposto ai cosiddetti lavoratori stagionali che avrebbero rifiutato il lavoro. La proposta salariare è importante. E per quanto tempo si garantisce il lavoro? Per due mesi? O solo nei weekend? Ogni lavoratore, in base alla proposta, opera le valutazioni del caso. Può darsi che i potenziali dipendenti, provenienti anche da fuori provincia, in questo momento stanno valutando le varie ipotesi per poi scegliere la migliore. E’ normale. Noi in provincia di Sondrio l’anno scorso abbiamo perso 5mila posti di lavoro in tutti i settori e di gente quindi che cerca lavoro ce ne è in giro, se le proposte sono buone mi risulta strano che uno possa rifiutarle".

La questione è importante e tiene banco ormai da qualche settimana in provincia di Sondrio perché tra una quindicina o una ventina di giorni al massimo le località turistiche valtellinesi, finalmente dopo un anno, ritorneranno a brulicare di turisti e il comparto non può permettersi di farsi trovare impreparato, senza uno staff di livello che possa "coccolare" l’ospite e fidelizzarlo. La stagione estiva 2021, infatti, sarà sì importante perché segnerà la piena ripresa del settore turistico ma dovrà essere "perfetta" per poter essere il trampolino di lancio verso la stagione invernale, necessaria a far tornare i conti agli operatori turistici di un’intera provincia.

Fulvio D’Eri