L’emergenza maltempo rientra, conta dei danni a Chiavenna. E una famiglia resta fuori casa

Sindaci e tecnici: "Il problema? Mancano i fondi per la prevenzione"

Ruspe in azione nei giorni scorsi per rimuovere i detriti della frana (Orlandi)

Ruspe in azione nei giorni scorsi per rimuovere i detriti della frana (Orlandi)

Chiavenna, 12 agosto 2017 - Il peggio sembra essere passato, almeno sul fronte meteo, ora però è il momento di fare una prima conta dei danni provocati dal terribile temporale che si è abbattuto martedì notte su Valtellina e Valchiavenna, e di rimboccarsi le maniche per sistemare situazioni che particolarmente preoccupanti. Una delle situazioni più serie riguarda Chiavenna: la colata di fango e detriti che ha invaso la frazione Loreto ha determinato l’evacuazione di tre abitazioni, ma di queste solo una è abitata e, pertanto, fuori casa rimane una famiglia.

Si lavora ora per la messa in sicurezza della zona, la stessa interessata dal vasto incendio di Capodanno, circostanza certamente con ogni probabilità collegata allo smottamento. Il conto per la messa in sicurezza potrebbe essere decisamente salato: già stanziati 90 mila euro solo per il pronto intervento, che consentirà di ripristinare le condizioni di sicurezza sufficienti a revocare l’ordinanza di evacuazione. Impossibile, dopo quanto accaduto, non pensare ad un aspetto a volte sottovalutato, quello della cura del territorio come metodo di prevenzione di calamità naturali. E proprio attorno a questo aspetto si è snodata una interessante discussione sulla pagina di Facebook del sindaco di Chiavenna, Luca Della Bitta. «Il territorio va curato e questo vale anche per i torrenti – ha scritto l’imprenditrice malenca del Serpentino, Laura Lenatti Cabello -. Le piante sono causa di dighe e cause di disgrazie e infortuni se troppo alte ovunque esse siano. Sia chiaro, se il territorio viene distrutto da un incendio resterà perennemente a rischio».

«La manutenzione del territorio deve diventare una priorità, da perseguire con assiduità e regolarità – ha aggiunto il noto ingegnere Marco Scaramellini -. Questi sono gli investimenti lungimiranti, che permettono di ridurre i rischi ed i danni in occasione di eventi meteorici di particolare intensità. Ma la voce dei tecnici non viene ascoltata, in quanto gli interventi diffusi non pagano in termini di consenso elettorale». Pronta la risposta di un sindaco, e tecnico, Fabrizio Trivella, primo cittadino di Talamona. «Da tecnico non posso che essere d’accordo, purtroppo – ha affermato -. Da sindaco invece devo dire che oggi, anche volendo, programmare è estremamente difficile, per l’impossibilità di disporre di risorse economiche adeguate. In ultima analisi il problema è culturale, per questo è importante l’educazione e la sensibilizzazione». «Concordo con te – ha risposto Scaramellini -. I Comuni sono in grande difficoltà e non possono fare di più. È per questo che la categoria degli ingegneri lombardi sta veicolando presso la Regione questi concetti, trovando interlocutori sensibili al tema. Speriamo di passare al più presto dalla teoria alla pratica».