Macerie al Foro Boario Confermato il sequestro

Tirano, la Procura dopo il blitz di due mesi fa dei Carabinieri Forestali non ha ancora restituito la superficie al Comune. Si indaga su reati ambientali

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di Michele Pusterla

L’intervento del Gruppo Carabinieri Forestale, su mandato della Procura di Sondrio, nell’ambito di un’indagine sul conferimento in Valtellina di materiali da demolizioni edili, lo scorso 11 febbraio sfociò nel sequestro preventivo di tutta l’area del Foro Boario di Tirano che comprende il cantiere della Provincia di Sondrio, per l’importante costruzione, tra l’altro, di un Centro sportivo a beneficio anche della scuola Pinchetti, e l’area comunale adiacente, adibita a punto di raccolta dei rifiuti dei cittadini, poi ritirati da Secam.

A darne notizia a suo tempo, sulla pagina Facebook del Comune, era stato il sindaco, Franco Spada, in questo caso poi incaricato di custode giudiziario. "Nel rispetto dei ruoli della magistratura - aveva affermato Spada - si confida in un rapido accertamento della situazione e in un celere dissequestro dell’area nella quale sono partiti alcuni cantieri ed è presente un servizio fondamentale per tutta la comunità, quale è il Centro di raccolta e deposito rifiuti ingombranti, spostato, di recente, per consentire la realizzazione della nuova palestra al servizio di Ipia Pinchetti.

La superficie è stata, poco tempo fa, oggetto di importanti lavori di bonifica con smaltimento di tetti in amianto per circa 4mila mq e successiva demolizione integrale dei vecchi capannoni presenti in loco, e oggi interessata da una serie di interventi di riqualificazione urbana di rilevanza strategica per il territorio di Tirano".

Il sospetto degli investigatori è che siano stati interrati dei rifiuti.

E, dopo oltre due mesi dal blitz dell’ex Forestale, subito seguita dall’alzata di scudi del sindaco tiranese, l’area non è stata ancora dissequestrata (bocciato pure il ricorso presentato ai giudici del Tribunale del Riesame) e sulle teste del primo cittadino e del capo dell’Ufficio tecnico comunale, Paolo Clementi, volteggiano avvisi di garanzia (per carità, se gli fossero stati recapitati mica significa che sono colpevoli di qualcosa) per reati ambientali contemplati dall’articolo 256 del decreto legislativo 1522006.

"A me non risulta siano indagati", precisa il loro avvocato, Giorgio Tarabini di Sondrio, legale ingaggiato dal pubblico amministratore anche per tutelare il Comune nella vicenda di eventuale costituzione di parte civile nel caso risultasse che qualche impresa abbia davvero sotterrato dell’amianto o altri rifiuti proibiti.

"Il Comune - si limita a dire l’avvocato Tarabini - ha gestito in modo molto attento la questione dello smaltimento. Ora c’è un’indagine in corso e non posso entrare nel merito". Intanto il procuratore Piero Basilone ha autorizzato il Comune ad accedere all’area, ma solo con la supervisione di Carabinieri Forestali e Arpa per vedere cosa va fatto. Se sia necessario procedere con un piano di bonifica.

Ma c’è “soltanto“ un caso di sospetto inquinamento ad avere attirato l’attenzione degli inquirenti sul Foro Boario o c’è, invece, dell’altro di maggiore peso investigativo?