Livigno, si torna all'attacco: "Il torrente Spol sempre asciutto"

L’associazione 'L’acqua è tua' manda una lettera al sindaco Damiano Bormolini e al ministro all’Ambiente e della tutela del territorio, Sergio Costa

Il livignasco Nicola Faifer, fondatore del sodalizio  «L’acqua è tua»

Il livignasco Nicola Faifer, fondatore del sodalizio «L’acqua è tua»

Livigno, 22 settembre 2019 - Prosciugamento del torrente Spol a Livigno: l’associazione «L’acqua è tua» torna all’attacco e, con una lettera indirizzata al sindaco Damiano Bormolini e al ministro all’Ambiente e della tutela del territorio, Sergio Costa, chiede il rispetto di quanto espresso dall’Unione europea minacciando di rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Ue. Ad una interpellanza del Movimento 5 Stelle presentata il 12 luglio due anni fa, infatti, aveva risposto la commissione Ue che, tra l’altro, aveva confermato che la porzione di bacino idrografico dello Spol sotto la giurisdizione italiana è soggetta alle norme ambientali dell’Ue, tra cui, in primis, la direttiva quadro sulle acque. Ebbene, secondo Nicola Faifer, fondatore dell’associazione «L’acqua è tua», quanto espresso dalla commissione Ue non sarebbe ancora stato recepito, tanto che lo Spol è ancora orfano di un piano di bacino ed è escluso da quello principale dell’Adda. «Visto il perdurare delle inattività utili a ripristinare il rispetto del diritto comunitario nel territorio di Livigno, così come già certificato dalla Commissione competente Ue, questa associazione intende adire al giudizio della Corte di giustizia dell’Unione europea, organo cui è data l’interpretazione del diritto dell’Ue per garantirne la sua effettiva applicazione – si legge nella lettera -. Siete già stati ampiamente resi edotti circa l’obbligo di restituire vita al reticolo idrografico di Livigno giuste previsioni della cosiddetta «Direttiva acque» comunitaria; non si comprende il reiterarsi delle evidenti e certificate violazioni alla principale fonte di diritto in tema di acque europea (nel diritto interno da intendersi di rango costituzionale). Lascio ai lettori ogni riflessione sulle possibili motivazioni (anche divertenti e imbarazzanti) che inducono il governo locale e nazionale ad ancora consentire a società private di impunemente prosciugare alcuni chilometri di torrenti di una vallata alpina soggetta a elevati livelli di protezione ambientale. È ora di andare oltre proclami e apparenza per il pieno rispetto del diritto e di quanto sancito da superiori autorità».