Damiano Bormolini, sindaco di Livigno
Livigno (Sondrio), 3 gennaio 2020 - Da ieri Livigno è l’unica zona extra doganale in Lombardia. Dopo l’uscita di Camione d’Italia, entrata ufficialmente a far parte dell’area Ue. Il privilegio, quindi, resta riservato solo al Piccolo Tibet. «La condizione di area extradoganale per noi è preziosa – afferma il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini -. Molte cose dipendono proprio da quello, per noi è indispensabile». Il primo cittadino non sa dire, al momento, se il cambiamento per Campione d’Italia possa costituire un vantaggio per il Piccolo Tibet.
«Non credo cambierà molto per noi – continua Bormolini – ma non posso dirlo per certo, non conosco nel dettaglio la situazione. Non posso dire, nemmeno, se ci sia la preoccupazione concreta che a Livigno tocchi, prima o poi, la stessa sorte. Quelllo che so è che questa situazione per noi al momento è indispensabile. Non solo. Credo anche che ci siano le condizioni per mantenere Livigno zona franca. Infatti, permangono le condizioni sfavorevoli che giustificano tale status. Nonostante la situazione generale sia migliorata, ci sono ancora i presupposti». Il comune di Livigno, infatti, gode dello status di zona extradoganale ed è pertanto esente da alcune imposte statali, come ad esempio l’Iva. Questo status ha favorito lo sviluppo turistico a partire dalla fine degli anni Cinquanta. I prezzi delle merci vendute a Livigno sono bassi. Tra le più convenienti si trova lo zucchero, gli alcoolici, i carburanti, i prodotti cosmetici, e in genere tutti i prodotti di elettronica non facenti parte della fascia consumer, come ad esempio le macchine fotografiche digitali di fascia professionale. Il calo di convenienza rispetto ai prodotti è dovuto principalmente ai prezzi concorrenziali che le grandi catene di distribuzione riescono a spuntare.