Livigno, bimbo viveva tra escrementi di cani: a volte lasciato solo a casa dai genitori

Choc in paese. La coppia lavora in un negozio

E' intervenuta la forestale

E' intervenuta la forestale

Livigno, 10 novembre 2018 - Tutto è nato dalle segnalazioni di alcuni vicini di casa, e in particolare di una signora che, stanca di trovarsi urina e deiezioni di cani fin quasi sulla porta di casa, e del nauseabondo odore che proveniva dall’appartamento adiacente, ha contattato il Servizio veterinario dell’Ats della Montagna per segnalare un caso di maltrattamento di animali. La perquisizione dei carabinieri forestali, richiesta dalla Procura di Sondrio, ha permesso di squarciare il velo su un caso di degrado difficilmente immaginabile.

Nessuno, infatti, poteva aspettarsi che all’interno delle mura di quella bella casetta in pieno centro a Livigno si trovasse una situazione del genere: otto cani, le loro deiezioni ovunque, perfino sui muri e ad un’altezza di un metro e mezzo, nelle camere da letto, anche dove dormiva il bambino della coppia di commercianti di fuori provincia, di appena 5 anni. Il caso quindi è passato al Servizio igiene dell’Ats e, a quel punto, il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini, ufficiale sanitario competente per territorio, ha emesso un’ordinanza vietando l’accesso all’appartamento fino ad avvenuta sanificazione. «L’Amministrazione comunale, appena a conoscenza di quanto accaduto, si è attivata per quanto di competenza – tiene a far sapere il primo cittadino -. Nel rispetto della privacy e a tutela del minore interessato a questa vicenda non intendo rilasciare, al momento, ulteriori dichiarazioni».

È proprio il bambino, infatti, la prima vittima di questa situazione. Al momento si trova ospitato in un albergo del Piccolo Tibet, così come i genitori, ma sia i Servizi sociali che il Tribunale per i minorenni di Milano si sono attivati, e potrebbero valutare la possibilità di un allontanamento non più momentaneo dal nucleo familiare. Nell’alloggio familiare, che sarà oggetto di un nuovo sopralluogo degli inquirenti nelle prossime ore, anche ai fini di rilievi fotografici e investigativi, come detto, vivevano otto cani di razza Bovaro Bernese, che sporcavano in ogni dove e nessuno, evidentemente, stando al blitz effettuato nei giorni scorsi e trapelato soltanto nelle ultime ore, puliva.

Madre, la più fragile della coppia, e padre lavoravano spesso nel loro negozio, e, stando alle testimonianze raccolte in paese, il bambino, che non frequentava l’asilo, spesso stava in negozio con loro, ma a volte sarebbe stato lasciato in quello che un investigatore della forestale ha definito vero e proprio «canile casalingo». Ora i genitori rischiano la patria potestà, sulla quale dovrà pronunciarsi il giudice minorile nei prossimi giorni. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta per fare piena luce sui fatti, anche per valutare eventuali omissioni da parte di chi aveva titolo di intervenire prima e non lo ha fatto. «Sapevamo della presenza di cani, si capiva che la casa non era certo uno specchio, ma nessuno si aspettava nulla del genere - racconta una vicina di casa -. Altrimenti, soprattutto vista la presenza del bambino, ci saremmo mossi prima».