Le potenzialità delle ferrovie “secondarie“

Gabriele

Moroni

 o scorso primo maggio

insieme con un amico

sono andato da Novara a Valenza, percorrendo la linea Novara-Alessandria. L’unica cosa positiva erano i finestrini apribili delle carrozze del tipo Mdve (acronimo per: medie distanze vestiboli estremi).

Per il resto ci sarebbe tanto da dire e fare. Anzitutto sembra una linea dal potenziale enorme dal momento che è a doppio binario, ma con un traffico,

da come ho potuto osservare, scarso. Traffico merci pressoché nullo, eppure sarebbe un’ottima via per raggiungere Genova

senza intasare troppo il nodo

di Milano (vediamo se con l’adeguamento della galleria

di Valmadonna cambierà qualcosa). Nelle fermate

c’è lo spazio necessario per aggiungere un binario di precedenza o installare posti

di comunicazione in caso di circolazione perturbata, eppure basterebbe poco per rendere appetibile questa linea ferroviaria, la quale, nonostante sia elettrificata vede transitare convogli a trazione diesel".

Nicolo Miani, Varese

analisi di un osservatore

attento come Nicolò Miani è in effetti corretta.

Le nostre ferrovie (e la mail del nostro lettore ce lo insegna) hanno potenzialità ancora da scoprire e da valorizzare. Sarebbe il modo migliore per incoraggiare quel ritorno al treno iniziato in modo significativo prima della pandemia. Sarebbe auspicabile che riprendesse. Affascinante l’idea di Milano e Genova

più "vicine" fra di loro e più facilmente raggiungibili. Aggiungiamo che una linea ferroviaria è anche il veicolo migliore per scoprire un po’ d’Italia, conoscere di sfuggita luoghi in cui domani sarà anche piacevole ritornare, con un po’ di tempo a disposizione e tanta voglia di vedere, osservare, conoscere. E tutto grazie all’amico treno. Un vecchio amico con cui talvolta si può anche litigare ma solo per il piacere di riconciliarsi al più presto.

gabrielemoroni51@gmail.com