Lavoro, la Cgil incoraggia i frontalieri

Il segretario provinciale Zamboni chiede alle istituzioni un serio impegno: "Strade sicure e corsi per imparare il tedesco"

Sono oltre 60mila i frontalieri in Ticino

Sono oltre 60mila i frontalieri in Ticino

Sondrio, 7 maggio - Guarda alla Svizzera e alle opportunità di lavoro offerte dal Canton Grigioni la Cgil, che attraverso il suo segretario generale chiede alle istituzioni un serio impegno a sostegno delle politiche transfrontaliere. "Le opportunità garantite dal mercato del lavoro svizzero hanno permesso di attenuare i problemi dovuti alla disoccupazione in Valtellina e Valchiavenna - premette il segretario generale della Cgil di Sondrio, Guglielmo Zamboni – Purtroppo al di là di alcune iniziative poco più che occasionali manca una reale attenzione a questa tematica". Oggi nei Grigioni si stima siano impegnati dai 3 ai 6mila frontalieri italiani e di questi il 90% risiede in provincia di Sondrio.

"È importante mettere in condizione i cittadini di cogliere le opportunità offerte dalle aziende dei Grigioni, anche se sappiamo che questo, per alcuni versi, determina un impoverimento del tessuto economico provinciale - spiega Zamboni -. Al territorio spetta il compito di fornire le competenze necessarie a trovare occupazione oltreconfine, soprattutto se in Italia non esistono. Un aspetto centrale è quello della conoscenza della lingua tedesca. Purtroppo mancano reali opportunità di apprendimento sul territorio della provincia di Sondrio, a cominciare dalla scuola dove auspichiamo che cresca la consapevolezza di questa necessità". Rispetto ai decenni passati secondo la Cgil è aumentata la percentuale di frontalieri che rientrano quotidianamente in Italia. "I disagi dovuti alla situazione stradale sono rilevanti, anche a causa dei problemi che si riscontrano per le condizioni meteorologiche".

Ma mentre nei Grigioni si investe con continuità sulla rete viaria, basti pensare agli oltre duecento cantieri aperti dopo Pasqua e al progetto del tunnel da 200 milioni di franchi tra Sils e Plaun da Lej, nei tratti italiani ci si limita, nel migliore dei casi, alla manutenzione ordinaria. "La strada del Maloja dovrebbe essere vista come una via di comunicazione unica tra la Lombardia e l’Engadina, anche se si trova in due Paesi - conclude - È quindi evidente la necessità di dedicare risorse anche alla statale 36 da Colico a Chiavenna e alla 37 tra la città della Mera e la dogana. Un altro tema rilevante è quello dei trasporti pubblici. Attualmente le tariffe dell’AutoPostale sono poco convenienti per i cittadini italiani: una corsa da Chiavenna a St. Moritz costa circa 25 euro. Occorre promuovere abbonamenti transfrontalieri, come avviene in Ticino".