Gite all’autodromo e dalla fidanzata con l’auto della Croce Rossa

Lanzada, nell’ordinanza i “peccati” dei due giovani arrestati

L’avvocato Francesco Romualdi che assiste Matteo Negrini

L’avvocato Francesco Romualdi che assiste Matteo Negrini

Lanzada (Sondrio) - In gita con l’auto griffata Cri, anche all’autodromo di Monza per assistere alle gare dei bolidi di F1, a farsi un giro in piazza Duomo nel cuore dello shopping a Milano o a Torino per incontrare la fidanzata di uno dei due, o al lago di Como, o più vicino a casa, in Val Bregaglia ad esempio. Sempre con la divisa per non dare nell’occhio, nei tragitti "in periodo di pandemia aggirando la normativa che vietava gli spostamenti tra Comuni e Regioni approfittando dei mezzi Cri che nessuna forza dell’ordine avrebbe mai controllato". A dare una svolta all’indagine dei carabinieri di Sondrio, messi in azione dalla denuncia della presidente Giuliana Gualteroni ("Per entrambi non era in programma alcuna assunzione", ha precisato ieri la numero uno dell’associazione), è stata la richiesta d’intervento all’autosoccorso “Shot Car” di Sondrio per recuperare, a Lecco, una vettura Cri per un guasto meccanico prelevata dal box dal volontario Fabio Marca poi portata a un’officina perchè "il motore faceva uno strano rumore", si giustificò il Marca.

Il coordinatore della Croce Rossa, Michele Maltese, si era accorto che mancava una vettura e dalle immagini della telecamera aveva visto chi si era posto alla guida. E quindi chiese spiegazioni al 20enne di Lanzada. I carabinieri, a quel punto, ascoltarono il titolare dell’autosoccorso il quale riferì che la sera dell’intervento era stato chiamato da tale Fabio, in divisa, poi raggiunto sul posto in aiuto da un altro giovane, sempre in divisa e con un’altra macchina dell’associazione, ossia il collega Matteo Negrini di Chiesa. "Nel corso delle indagini - scrive il gip Antonio De Rosa nel suo provvedimento - sono segnalate più attività sospette dei due indagati (utilizzo abusivo dei veicoli e delle tessere di carburante) e puntualmente riscontrati dall’esame dei dati forniti dai tabulati telefonici delle due utenze, dalle intercettazioni telefoniche e, soprattutto, dall’incrocio di tali dati con le risultanze dei lettori di targhe dei veicoli, installati sulle principali arterie e dai filmati delle telecamere di sorveglianza". Sono diversi i viaggi effettuati e i pieni di carburante con la tessera Cri, non per ragioni di servizio, citati nelle 35 pagine dell’ordinanza di custodia ai domiciliari per peculato dei giovani malenchi, da chi li conosce bene descritti come bravi ragazzi, sempre disponibili a portare i pacchi della spesa a domicilio alle famiglie del territorio, in piena pandemia, quando era dura trovare volontari disposti a farlo. Ecco perchè l’avvocato Francesco Romualdi, che assiste uno dei due, dice che le loro condotte illecite avrebbero potuto essere fermate subito dai vertici Cri, senza che i due ragazzi venissero investiti dalla bufera giudiziaria.