Siccità e caldo, è l’estate più drammatica: "Ma sono nata in alpeggio e non mi arrendo"

Lanzada, Ida Nani, 48 anni, col papà Leonardo, i fratelli e una sorella gestisce l’alpe Campagneda sotto il pizzo Scalino: "Mio padre ha 85 anni, non ricorda una stagione senza pioggia come questa"

Ida Nani, 48 anni dell’azienda agricola Pizzo Scalino nella foto di Marco Zugnoni

Ida Nani, 48 anni dell’azienda agricola Pizzo Scalino nella foto di Marco Zugnoni

Lanzada (Sondrio) - La siccità e il caldo torrido anche a quote elevate stanno mettendo in ginocchio i gestori degli alpeggi. Acqua che scarseggia, erba sempre più secca e clima pazzo in questa estate che verrà ricordata come una delle più calde e meno piovose di sempre. Non sanno più a che santo appellarsi per chiedere un po’ di pioggia. Avanti di questo passo saranno costretti a far rientrare a valle le proprie mandrie in largo anticipo. Il fieno scarseggia e comprarlo costa caro, soprattutto se lo si deve trasportare in elicottero. L’acqua è sempre più difficile da reperire, si stanno “strizzando“ le sorgenti di alta quota. Quanto sia drammatica la situazione lo si intuisce dalle parole di Ida Nani, 48 anni dell’azienda agricola Pizzo Scalino, che col papà Leonardo, i fratelli e una sorella gestisce l’alpe Campagneda a 2.150 metri. Una passione nata nella culla.

"Sono nata e cresciuta in alpeggio – dice Ida -, questo è per me e per noi un lavoro ma è anche una passione. Se non hai passione non puoi fare un lavoro come questo, con orari lavorativi ben precisi e con qualsiasi condizioni meteo. Io lo amo, se dovessi pensare aduna stagione senza alpeggio… mi manca il fiato". Quest’anno la situazione è difficile. "Mio padre, 85 anni, dice di non ricordare un’estate come questa. C’è stata la stagione del 2003 ma durante l’inverno precedente c’era stata molta più neve di quella (pochissima) caduta quest’anno".

Quali sono i problemi maggiori per voi? "L’erba è secca, sembra di essere addirittura in ottobre. E con l’erba in questo stato, le vacche producono meno latte e va dato loro del foraggio ulteriore. E poi c’è il problema dell’abbeveraggio. Ci sono ancora alcune sorgenti in quota ma quest’anno, per la prima volta, abbiamo dovuto convogliare l’acqua nelle vasche e abbeverare così le mucche. L’acqua nei laghetti sta calando paurosamente… servirebbero giornate di pioggia ma non di temporali violenti. Stiamo vivendo alla giornata…".

Questo comporta altri costi per voi? "È tutto aumentato, il gasolio e il gas coi quali si fanno funzionare alcuni macchinari sono alle stelle. È dura così… per noi. E altri rifugi sono messi peggio, con l’acqua che scarseggia o che è addirittura in esaurimento così come il foraggio".

I rischi? "C’è il rischio che si debba tornare a valle prima. Io vivo veramente alla giornata, spero in un cambio di questo clima pazzo e spero che questo non sia un trend per i prossimi anni ma che sia solo una stagione particolare".