Muore inaspettatamente in ospedale per problemi cardiaci mai risolti, la famiglia sospetta si sia trattato di un caso di malasanità e chiede alla procura di indagare. Risultato: il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo ha aperto un’indagine sul decesso di Piero Tramonta, il pittore 71enne di Bovezzo scomparso venerdì 17 marzo in un letto dell’ospedale Civile a pochi giorni dal suo settantaduesimo compleanno in circostanze da chiarire. L’inchiesta, al momento senza indagati e avviata in forma conoscitiva, ha preso le mosse da un esposto depositato lo scorso finesettimana dai parenti dell’artista, nome noto dell’informale, oltre novanta personali all’attivo, attualmente impegnato nella progettazione di una nuova mostra all’antica pieve di Urago mella. Addolorati per l’epilogo inatteso di una lunga degenza ospedaliera, che pareva iniziata per un principio di infarto ed è sfociata in un aggravamento repentino delle sue condizioni, la moglie e i figli di Tramonta hanno incaricato gli avvocati Alberto Scapaticci e Chiara Belardi di dare battaglia legale per fare chiarezza. Stando ai familiari, vi sarebbero infatti troppi interrogativi e troppi punti oscuri nella gestione della vicenda, una gestione che adombrerebbe a loro dire mancanze e negligenze. Le prime risposte saranno cristallizzate dall’autopsia, disposta dalla procura ed eseguita ieri pomeriggio alla presenza di un consulente nominato dai parenti, il medico legale Giorgio Cavaliere. Affetto da problemi cardiaci, il pittore era finito in ospedale, al Civile, lo scorso gennaio e da allora non era più riuscito a riprendersi. A un primo intervento chirurgico, che tuttavia non era stato risolutivo, ne era seguito un secondo, più recente, a detta della famiglia riparatore e a conti fatti, stando alle parti offese, andato storto perché non eseguito a dovere. I figli e la moglie di Tramonta, alle spalle corsi di pittura e grafica alla Aab, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni e soluzioni formali, lamentano non solo gravi carenze nella comunicazione da parte del personale sanitario sul decorso patologico, ma anche sottovalutazioni ed errori nel trattamento. A convincerli definitivamente a denunciare, anche uno scritto anonimo pervenuto ai Tramonta che avallerebbe i sospetti.
Beatrice Raspa