La Provincia tenta di vendere Villa Porro Lambertenghi

L’ente pubblico la mette sul mercato a due milioni e mezzo considerato un affare per metratura e parco che la circonda

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È un declino triste e forse inesorabile quello di Villa Porro Lambertenghi, ormai ridotta all’ombra di se stessa e inserita tra i beni di cui la provincia di Como si vorrebbe liberare, alienandola al prezzo di 2,5 milioni di euro che è un vero affare considerando che solo il palazzo occupa una superficie di 6.500 metri quadri e l’intera proprietà è sette volte più grande.

Fu il marchese Gilberto Porro Lambertenghi, ultimo erede della nobile famiglia milanese, morto nella Prima Guerra mondiale il 27 agosto del 1917, a donarla alla Società italiana per la Protezione dei Fanciulli, per poi finire nel Dopoguerra tra le proprietà della provincia.

Fino alla fine degli anni Settanta la villa fu utilizzata a scopo sociale, ospitò un centro socio-educativo e una scuola professionale, finché non fu chiusa in seguito all’incidente che costò la vita a una ragazza, caduta in un pozzo artesiano del parco che non aveva protezioni. In quarant’anni di completo abbandono la sontuosa villa costruita nel 700 e diventata un cenacolo di intellettuali e patrioti risorgimentali, grazie al suo proprietario più celebre il marchese Luigi Porro Lambertenghi che fu anche fondatore e finanziatore del giornale "Il Conciliatore", si è trasformata nell’ombra di se stessa.

Completamente depredata al suo interno e in stato di completo sfacelo da anni la Provincia tenta di liberarsene, ma finora nessuno si è mai fatto avanti.

Roberto Canali