La leggenda che stregò Calvino Il mito di Agalma in sedici chine

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LEGNANO (Milano)

"C’è chi mi ha telefonato, chi si è presentato di persona. Alla fine posso dire che questo spazio ha colmato un bisogno inespresso ma reale". Vittoriano Ferioli (foto) è l’anima dell’atelier che porta il suo nome, nella centralissima piazza San Magno. Inaugurato il 19 marzo, l’"Atelier Ferioli" ha dato corpo alla "vaga idea" che aveva in testa il presidente del Circolone: creare un luogo dove esporre, incontrarsi, ascoltare un reading. Far uscire le cose degne dai cassetti, dare la scena a chi ha qualcosa da dire di pregnante. Un’intenzione che si è concretizzata in questi mesi, aperti dalle incisioni di Francesco Campanoni e dai disegni dello stesso Ferioli, proseguita con esposizioni. Domenica scorsa la presentazione del volume "Venezia, una storia di mare e di terra", e ieri l’inaugurazione della mostra di Chiara H. Savoia (visitabile fino a giovedì 13), intitolata "Àgalma" (vocabolo del greco antico che significa ornamento, regalo, immagine), 16 chine ispirate a una leggenda antica amata da Italo Calvino. "Questo racconto ha infiammato la mia immaginazione: corridoi di pietra, un anello nascosto nella bocca dell’amata, parole bisbigliate dietro alle porte, un imperatore innamorato di un lago - dice Chiara -. Ho frugato nel buio coi pennelli per lasciare emergere le immagini più forti e care". Sabato prossimo, 15 ottobre, s’inaugura "Sintonie - orientare lo sguardo", opere di Laura Puccetti. "C’è nelle persone un bisogno di esprimersi, di ricevere attenzione - conclude Vittoriano –: lo spazio lo ha raccolto e rilanciato". S.V.