La “Cazoeula” è tutta d’oro e compie dieci anni

Compie dieci anni il "Festival de la Cazoeula" dedicato al piatto principe della cucina lombarda. Il più tipico dei piatti brianzoli è diffuso in molteplici varianti tante quante le declinazioni del nome che cambia a seconda dei luoghi mutando da cazoeula a cazzoeula fino diventare casoeula o cassoeula.

Comunque si chiami è piatto tipico dell’inverno lombardo, anzi una pietanza che nata sulle tavole contadine ha saputo evolversi. "Per celebrare la vera ed incontrastata regina della cucina brianzola abbiamo creato nel 2013 il Festival de la Cazoeula, nato a Cantù e successivamente esteso a comprendere l’intera Brianza comasca e parte della Brianza lecchese e monzese – spiega Claudio Bizzozero, l’ideatore della rassegna che quest’anno coinvolge oltre una trentina di ristoranti - Il festival si propone di preservare e valorizzare la tradizione di questo nostro succulento e gustosissimo piatto a base di verze, costine e cotenne. Non una semplice pietanza, ma un vero e proprio fondamento di riconoscimento identitario locale. Non a caso, la cazoeula non si mangia da soli ma in compagnia, innaffiata da una buona barbera o bonarda, entrambe rigorosamente dell’Oltrepo Pavese". Al costo di 18 euro a piatto fino alla fine di febbraio si potrà gustare una fumante cazoeula accompagnata da polenta per arrivare al premio "Cazoeula d’oro". R.C.