La coppia scampata all'incendio di Piantedo: "Vogliamo ricominciare, la vita continua"

"A rimetterci è stato il nostro cane, una femmina ormai molto anziana che non è riuscita a fuggire probabilmente perchè spaventata" di ROBERTO CARENA

Piantedo, una delle stanze dell’abitazione devastata dalle fiamme

Piantedo, una delle stanze dell’abitazione devastata dalle fiamme

Piantedo (Sondrio), 29 marzo 2016 - «Dopo quello che è successo, non rimane che rimboccarci le maniche e sistemare ciò che il fuoco ha distrutto. Non possiamo rimanere con le mani in mano, la vita continua». È l’amara e sconsolata affermazione che Elsa Digoncelli e Paolo Rosa affiancati da papà Osvaldo Digoncelli proprietario della casa, i due giovani coinvolti nell’incendio dell’abitazione di via Colico nella zona est di Piantedo, ridotta allo sfacelo, esprimono qualche giorno dopo l’accaduto. Sono giovani e sicuramente non si perdono d’animo nel dover rimettere a nuovo la propria casa andata semidistrutta dall’ incendio scaturito in un locale in cui era posta una caldaia a legna: «La prima stanza da sistemare è la cucina – proseguono –, dopo aver tolto la fuliggine dai muri, abbiamo iniziato a imbiancarla. Appena pronta porteremo i mobili. Poi ci sono gli altri locali da rifare completamente e soprattutto la stanza dove sono divampate le fiamme».

E sottolineano: «A rimetterci è stato il nostro cane, una femmina ormai molto anziana che non è riuscita a fuggire probabilmente perchè spaventata. Aveva difficoltà di movimento. Sicuramente la sua morte è dovuta a un infarto, o è stata soffocata dal fumo. L’abbiamo trovata intatta, sembrava dormisse. Abbiamo altri sei cani e altrettanti gatti – hanno raccontato –. Nell’ abitazione fortunatamente, al momento dell’incendio c’era solamente una donna, amica di famiglia che, appena accortasi di quanto stava succedendo, è immediatamente uscita all’esterno. Non ha riportato ustioni, ma ha respirato il fumo. Soccorsa dai sanitari del 118, è stata condotta all’ospedale. Nulla di grave, solo un gran spavento, il giorno dopo è tornata alla propria abitazione». E concludono i due residenti: «Qui è tutto sottosopra, quel poco che siamo riusciti a salvare, l’abbiamo messo dovunque, sul balcone o all’esterno della casa».