Sondrio, spaventoso incendio in casa: è il tempo delle perizie

Restano sfollati i residenti del condominio di via Brigata Orobica

Sondrio, spaventoso incendio in città: palazzo a fuoco in via Brigata Orobica

Sondrio, spaventoso incendio in città: palazzo a fuoco in via Brigata Orobica

Sondrio, 19 gennaio 2018 -  Rrestano sfollati i residenti del condominio di via Brigata Orobica, a Sondrio. La struttura, rimasta coinvolta nello spaventoso incendio avvenuto venerdì 4 gennaio, che ha interessato gran parte del tetto e due mansarde, è ancora vuota. Fatta eccezione per il negozio di alimentari Giugni che ha riaperto al pubblico il 14 gennaio, a seguito del dissequestro emesso dalla Procura a cui è seguita l’ordinanza del sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini, che ha permesso all’esercizio di proseguire la sua attività.

Gli abitanti del palazzo, fin dalla mattina del rogo, infatti, si sono “attrezzati” alloggiando chi da parenti, chi da amici, chi in albergo. Mentre il Comune di Sondrio, interessatosi immediatamente delle sorti dei condomini, ha destinato un alloggio momentaneo ad una delle famiglie. Lo stabile, infatti, è stato immediatamente posto sotto sequestro e dichiarato inagibile.

Uuna volta spente le fiamme sono cominciate le operazioni di indagine con l’apertura del fascicolo in Procura, sotto la supervisione del procuratore Claudio Gittardi e del sostituto Elvira Antonelli. Registro di indagine che è facile ipotizzare conti già alcuni nomi. Un’operazione – quella dell’iscrizione al registro degli indagati – di cui non sono pervenute conferme, anche perché se anche venisse accertata una responsabilità, rimarrebbe circoscritta, probabilmente, all’area della “colpa” e non del “dolo”. Tra gli accertamenti necessari per il prosieguo delle indagini sono previste perizie tecniche. Per questo motivo, infatti, oggi, dovrebbero essere nominati i professionisti rappresentanti tutte le parti coinvolte. Parti civili, ipotetici responsabili ed accusa, come da prassi, indicheranno i periti che dovranno effettuare l’analisi, irripetibile, della struttura. L’ipotesi, che si era fatta strada fin dalle prime ore, è che a scatenare il rogo sia stato il malfunzionamento di una canna fumaria. La speranza per i residenti è, chiaramente, che i sigilli posti al condominio possano essere rimossi il prima possibile e che si possa tornare a una situazione di “normalità”. Sono oltre 10 giorni, infatti, che i 19 condomini sono fuori dalle proprie abitazioni (due mansarde, ricordiamo, sono andate distrutte nell’incendio). I residenti, fortunatamente, erano tutti fuoriusciti illesi dai loro appartamenti.