In tribunale la “Sala dell’accoglienza”

La struttura protetta riservata alle vittime dei reati inaugurata al palazzo di giustizia del capoluogo

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di Michele Pusterla

"La Sala dell’accoglienza che inauguriamo oggi vuole rappresentare un piccolo gesto, pur sapendo che l’attenzione delle forze dell’ordine, sul fenomeno, è elevata". Così il presidente del Tribunale di Sondrio, Giorgio Barbuto, nel presentare ieri alle 9 la “struttura“ all’interno del Palazzo di giustizia.

"Questo è un segno di attenzione ai soggetti deboli - ha detto il sostituto procuratore Stefano Latorre -. Ma deve cambiare la mentalità stessa della società. Noi, infatti, interveniamo quando il problema è esploso. Si pensi, ad esempio, che solo di recente è stato eliminato il delitto d’onore, abrogato infatti nell’agosto 1981: prevedeva una pena tenue, dai 3 ai 7 anni". E il prefetto Roberto Bolognesi: "Serve approcciarsi in modo diverso, rispetto al passato, verso soggetti di sesso femminile posti in una condizione di minorazione".

L’avvocato Gianmaria Moiola, del “Comitato pari opportunità“, ha voluto sottolineare, innanzitutto, la "grande sensibilità dimostrata dal presidente Barbuto in merito alla concessione di uno spazio nel quale la vittima di violenze possa essere ascoltata, in piena sicurezza, dagli avvocati, ma anche dai giudici e magistrati. L’idea che, a volte, la giustizia è ingiusta, viene superata. Il giudice avrà la possibilità di avvicinarsi alla persona fragile in un ambiente dai colori sobri. E l’anima dell’iniziativa è stata la collega Mauro".

"Noi - ha precisato il dottor Barbuto - ci auguriamo che questa nuova aula venga utilizzata il meno possibile, ma noi ci siamo". La vera “anima“ dell’iniziativa, come è stata definita, ossia l’avvocato Manuela Mauro, alla guida del “Comitato pari opportunità“, ha poi delineato il progetto realizzato e annunciato alcune prossime novità: "La “Sala dell’accoglienza“ potrebbe servire a proteggere anche l’uomo, nel caso sia lui a subire. Può essere pure definita “Sala dell’ascolto“, per ascoltare il cliente, tenendolo distante dal reo, proteggendolo dall’autore dei reati. Abbiamo creato un ambiente ideale, grazie anche al sostegno di Deborah Folini dell’omonimo mobilificio di Chiuro che col fratello ci ha donati gli arredi, un altro aiuto per le pareti dai fratelli Parolini di Lanzada, mentre Simona Cao, del Colorificio di Sondrio, ci ha regalato un suo quadro. Coi colleghi Moiola e Silvia Conte sto portando avanti un altro progetto per l’8 marzo Festa della donna, sempre sul tema della violenza di genere. E, grazie all’impegno della giudice Rattazzo e della pm Sicignano, porteremo qui gli studenti a simulare un processo in tema. Ricordo anche il forte impegno della collega Paola Biraghi, prematuramente scomparsa, che tanto si è battuta contro la violenza di genere".