Impianti sci, nubi sulla riapertura: "Ormai non conviene più"

In Valtellina c’è chi ha già gettato la spugna e rimanda al prossimo anno e chi ora teme un altro stop all’ultimo: "Troppe incognite e poco rispetto"

Marco Rocca, ad di Mottolino, è più possibilista. A Livigno la stagione è più lunga

Marco Rocca, ad di Mottolino, è più possibilista. A Livigno la stagione è più lunga

Sondrio, 19 febbraio 2021 - Tante nubi sulla riapertura degli impianti prevista per il prossimo 5 marzo. E in molti gestori si fa strada anche la possibilità di chiudere qui una stagione che di fatto non è mai incominciata. Tutti i gestori degli impianti sono rimasti scottati dall’ultimo provvedimento preso dal ministro Speranza che, domenica sera solo 12 ore prima del previsto via della stagione, ha posticipato (per la 4 volta nell’arco di due mesi e mezzo) l’apertura degli impianti al 5 marzo. Una vera e propria mazzata per i gestori ma anche per tutto il comparto turistico invernale che ricorderà questa stagione come la peggiore di sempre. Qualcuno sta decidendo di non aprire affatto il 5 marzo. "Io penso proprio che gli impianti in Valmalenco non apriranno – dice Franco Vismara, Ad di FAB (Funivie al Bernina) – e che sia chiusa qui la stagione. Non è pensabile mettere ancora in conto di spendere altri soldi per poi rischiare che il 4 sera ci dicano che non potremo aprire. Sono fortemente deluso per una decisione che non discuto dal punto di vista sanitario ma che non può essere accettata dal punto di vista della tempistica. L’idea è quella di non riaprire e di rimandare tutto alla prossima stagione".

Forti dubbi sull’apertura anche all’Aprica. "Stiamo valutando attentamente la situazione, stiamo decidendo in pratica se aprire il 5 marzo, sempre che ci lascino – dice Alliana Bozzi, responsabile marketing delle società degli impianti di risalita dell’Aprica (Sita) -. Potrebbe non valerne la pena, le incognite sono tantissime e le certezze pochissime, manca fiducia perché con l’ultimo provvedimento ci hanno davvero calpestato, ci hanno mancato di rispetto. Questo rinvio è stato peggiore di tutti i precedenti…". No comment o poco più da Beppe Bonseri, ad di Santa Caterina Impianti. "Sinceramente non so, stiamo aspettando di conoscere quali saranno le decisioni prese riguardo ad una possibile apertura per il 5 marzo".

«Dopo la batosta ricevuta domenica scorsa, alla vigilia della apertura – dice sconsolato Valeriano Giacomelli, ad della SIB (Società Impianti Bormio) – il morale è ancora basso, bassissimo. Un’apertura non la escludo a priori ma le incognite sono ancora troppe e vanno valutate attentamente. Quello che chiedo è che, se si potesse riaprire, di poterlo fare almeno fino a Pasqua". Marco Rocca, ad di Mottolino, è più possibilista ma a Livigno la stagione è sempre più lunga. "Non abbiamo preso ancora una decisione, la nostra volontà è però quella di aprire il 5 marzo, se ci sarà il permesso di farlo, avendo davanti ancora un mese e mezzo abbondante… Lo faremmo anche per dare un segnale positivo all’ambiente ma non nascondo che ci sono tante incognite. Se dovessimo precipitare in zona arancione, allora addio stagione".