Un’esposizione insolita. Che mette a confronto, quasi in una sorta di dialogo, gli “Studi di erbe e fiori“ del grande artista bergamasco Giacomo Manzù e le “Herbe Pincte“ di Antonio Guarnerino da Padova, celebre illustratore del XV secolo. È l’originale proposta della Fondazione Credito Bergamasco, nel cui Palazzo di Porta Nuova da ieri e fino al 24 novembre sarà possibile ammirare 36 opere di Manzù: oltre ai 30 disegni – l’erbario – acquisito da Fondazione Creberg nel 2003 e dal 2004 concessi in comodato gratuito alla Gamec (Galleria d’arte moderna e contemporanea), anche quattro sculture e due teleri. Un corpus artistico rilevante che è messo a confronto con riproduzioni dell’opera botanica di Guarnerino da Padova conservata presso la Biblioteca Civica Mai di Bergamo.
L’iniziativa, curata da Angelo Piazzoli, presidente di Fondazione Creberg, e dallo storico dell’arte Fernando Noris, mette al centro sia Manzù scultore che Manzù disegnatore. Spiega Piazzoli: "Nella drammaticità della situazione storica del secondo conflitto mondiale (l’erbario venne realizzato nel 1944, ndr), Manzù intrattenne una sorta di dialogo con la natura, attraverso quest’opera di carattere privato, alla ricerca di un equlibrio interiore reso instabile dagli orrori della guerra. La particolarità tecnica della serie botanica, realizzata a penna su carta assorbente, corrisponde all’intenzione di Manzù di mettersi alla prova dal punto di vista umano e dell’arte". Notevole la parte scultorea con due Nature morte sulla sedia, una Canestra e un bozzetto eseguito per il monumento al Partigiano. L’esposizione è aperta al pubblico, con accesso libero e gratuito, nei giorni feriali, dalle 9 alle 13. Previste aperture straordinarie per il 7, 14 e 21 ottobre con le seguenti modalità: 10-19 apertura di Palazzo Creberg; ogni ora, dalle 10,30 alle 18,30 visite guidate gratuite della durata di mezz’ora ciascuna.