I conti del Pnrr non tornano in città Per il sindaco Gattinoni è tutto ok

Il primo cittadino rassicura: "Sostenere che i fondi siano a rischio è privo di ogni fondamento"

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di Daniele De Salvo

I conti del Pnrr a Lecco non tornano. O almeno non tornano ai magistrati della Corte dei conti della sezione regionale di controllo della Lombardia. Ci sono 7 milioni di euro che ballano. Su quasi 19 milioni di euro di interventi finanziati grazie agli stanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, agli atti risultano solo 4 progetti per un importo di 11 milioni e mezzo di euro. "Sono emerse discrasie tra i dati sull’ammontare dei progetti comunicati alla Corte dei conti e quelli tratti dalla piattaforma ReGis", si legge nella relazione stilata dai giudici della Corte dei conti. La piattaforma ReGis è il sistema della Ragioneria generale dello Stato, attraverso cui le amministrazioni centrali e territoriali possono comunicare i dati realativi al Pnrr per monitorare, rendicontare e controllare le spese.

"Invitiamo pertanto il Comune di Lecco ad attivarsi per la correzione delle difformità riscontrate anche al fine di consentire un accurato monitoraggio da parte delle amministrazioni centrali titolari degli interventi e da parte della Corte dei conti", proseguono dall’organo centrale di controllo. "Lo scostamento è semplicemente dovuto all’avanzamento delle istruttorie legate alla presentazione dei progetti avvenuti in data successiva rispetto ai dati comunicati alla Corte dei conti", rassicura tuttavia il sindaco Mauro Gattinoni. Sarebbe insomma solo un problema di scartoffie burocratiche. "Tutti gli adempimenti prescritti sono stati correttamente effettuati – prosegue il primo cittadino -. Sostenere che i fondi del Pnrr per il Comune di Lecco siano a rischio è privo di ogni fondamento". La stoccata è per il consigliere comunale di minoranza di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che ha divulgato la relazione della Corte dei conti. In realtà a causa di alcune omissioni a Palazzo Bovara in passato hanno perso almeno un cospicuo finanziamento, forse due, uno sul commercio locale, l’altro sulla riqualificazione del lungolago. "Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire – respinge le accuse al mittente Corrado Valsecchi -. Volevo solo aiutare ad evitare una brutta figura".