I banchetti del lupo indigesti agli allevatori

Chiavenna, il sindaco Della Bitta si schiera con loro. Ma gli animalisti insorgono: "A disposizione mezzi gratis per fare prevenzione"

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di Roberto Canali

Se l’ex presidente della Provincia, Luca Della Bitta, si è schierato dalla parte degli allevatori c’è chi sostiene le ragioni del lupo e quelle della Provincia.

"Non vedo cos’hanno da lamentarsi gli allevatori e il sindaco di Chiavenna, in tutti questi anni sono sempre stati risarciti ogni volta che hanno avuto un problema – interviene Katya Grandi, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente di Sondrio –. La nostra associazione partecipa alle riunioni che vengono fatte periodicamente e l’informazione in materia di grandi predatori è sempre puntuale. Spesso quelli che latitano sono proprio gli allevatori che oltre a non informarsi lasciano i loro animali in quota allo stato brado, pur sapendo che ci sono lupi e orsi. Vanno bene i risarcimenti, che sono pagati con le tasse e quindi con i soldi di tutti, ma forse è anche il caso di fare un po’ di prevenzione, ad esempio utilizzando le reti elettriche e i dispositivi che la Provincia fornisce gratis, basta chiederli".

Della materia si interessa da tempo Maria Ferloni, tecnico faunistico dell’amministrazione provinciale di Sondrio. A scrivere una lettera aperta a Luca Della Bitta in difesa del lupo ci ha pensato anche Stefano Morcelli, del partito Più Euroalpi.

"Il caso di predazione da parte di uno o più lupi nel territorio della provincia di Sondrio rappresenta una rarità con la quale i cittadini e gli allevatori non sono più abituati a fare i conti da decine, forse centinaia di anni – spiega -. L’impegno profuso da organizzazioni animaliste, ambientali ed istituzioni europee per la salvaguardia e il ripopolamento di questo animale nel territorio montano appenninico ed alpino è stato di grandissimo valore nell’ultimo decennio. Un processo di reintegrazione di grandi carnivori negli ambienti che sono stati a lungo di loro interesse è un successo di cui essere fieri". E per rendersene conto basta fare un giro al centro faunistico di Entracque, in Piemonte, dedicato al lupo che ha ripopolato le vallate cuneesi, valdostane e ossolane.