I 40 caduti in guerra di Ardenno saranno ricordati nel monumento in fase di costruzione a Biella

Anche i caduti della grande guerra di Ardenno faranno parte dell’area Monumentale "Nuraghe Chervu" a memoria della Brigata Sassari e dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. Il Comune di Ardenno, infatti, ha aderito al progetto promosso dal circolo culturale "Su Nuraghe" di Biella, sostenuto dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Sondrio, per la realizzazione di un’area monumentale dedicata alla Brigata Sassari e, più in generale, ai Caduti della Prima Guerra Mondiale. L’area sarà composta da pietre di riuso provenienti da tutta Italia sulle quali verranno incisi il nome dei singoli Comuni ed il numero dei Caduti nel primo conflitto mondiale. Si tratta di un monumento in fase di costruzione e nel marzo 2019 è stato inaugurato il primo tratto con la posa di 250 pietre. Il manufatto è partito nei giorni scorsi per Biella dove andrà ad aggiungersi ai tantissimi provenienti da tutta Italia. E così anche i 40 caduti di Ardenno nella Prima Guerra Mondiale faranno parte di questo monumento, inaugurato il 17 marzo del 2019.

"A breve, anche la pietra del Comune di Ardenno con l’indicazione del numero dei suoi caduti, che sono stati ben quaranta, farà parte di questo specialissimo e toccante “mosaico italiano“ – ci ha detto il primo cittadino di Ardenno, Laura Bonat -. Siamo orgogliosi di poter sostenere il cammino verso il completamento di questa bella iniziativa e mi auguro che il numero dei Comuni partecipanti possa continuamente crescere.

Ricordare, con rispetto e riconoscenza, i nostri Caduti, simbolo eterno della crudeltà della guerra, è sempre un atto doveroso e non solo per riconoscenza ma anche come monito a non ripetere quei comportamenti sciagurati che tanto dolore hanno causato. Questo messaggio diventa, purtroppo, oggi più che mai attuale. Mi complimento quindi con i promotori dell’iniziativa e colgo volentieri l’occasione per ringraziare in maniera particolare il signor Ruggiero De Marzi che ha realizzato con grande perizia l’incisione sulla nostra pietra".

Fulvio D’Eri