Gli industriali: "Forti, ma non siamo invincibili"

Dalla crisi per il caro-energia alla transizione ecologica. Critiche e appelli all’Europa

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"Siamo forti, ma non siamo invincibili. L’Italia, questa volta, da sola difficilmente può farcela". Un grido d’allarme quello lanciato da Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, a chiusura dell’assemblea di Confindustria Brescia, territorio a forte vocazione manifatturiera, da circa 40 miliardi di PIL. All’Europa , Buzzella non ha riservato solo l’appello ad agire in modo omogeneo a fronte del caro energia, ma anche una pesante critica per il metodo in cui si pretende di concretizzare la transizione ecologica, abbandonando le fonti fossili, in particolare il gass. "Oggi la povertà nel mondo è al minimo storico, il tasso di alfabetizzazione al massimo, l’aspettativa di vita alla nascita la più alta di sempre – ha ricordato –. Questo è stato reso possibile dalla crescita e dalla conseguente creazione di ricchezza legata all’energia fossile a basso costo. La sfida è rendere sostenibile socialmente ed economicamente la transizione ecologica". Miope, secondo il presidente degli industriali lombardi, la scelta dell’Europa di mettere lo stop alla ricerca di fonti fossili al 2023 ("le transizioni richiedono decenni, non anni, altrimenti sono scommesse") come se la transizione green fosse "una nuova forma di paganesimo", in nome del quale si accetta "sacrificio e penitenza in nome di una missione salvifica del pianeta", nonostante l’Europa rappresenti ‘solo’ l’8% di emissioni di gas climalteranti del pianeta. La beffa? Nel frattempo, per sopravvivere, si pensa di riaprire le centrali a carbone, si stringono accordi "con Paesi lontani, inaffidabili, con bassa attenzione all’ambiente". Una sorta di "sindrome Nimby demenziale" che rischia di costare caro, portando per altro alla carenza di risorse da investire per sviluppare tecnologie sostenibili. "Tornare ad investire in un asset strategico come il gas – è la soluzione di Buzzella – installare rigassificatori, estrarre il gas presente in Europa, arricchire il mix energetico con le rinnovabili: nel medio termine è l’unica via di uscita per non sprofondare". Nel breve periodo, però, serve un intervento immediato sulle bollette. Tempestività l’ha chiesta anche il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, che si è rivolto anche al futuro Governo. "L’industria ha bisogno di reazioni più rapide. I dati dell’economia, che per Brescia sono stati fin qui positivi, fanno intravedere rallentamenti importanti. Quindi l’auspicio: "Le istituzioni devono lavorare insieme, mettendo il lavoro al centro. Se iniziamo a ridurre le attività industriali, entriamo in una spirale negativa disastrosa. Sistema economico privato ed istituzioni devono lavorare a stretto contatto".

Federica Pacella