Gli ambientalisti "sparano" sulla Regione

Contro l’approvazione del progetto della legge sono pronti a mobilitarsi

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"Si promuove implicitamente un mercato potenzialmente illegale, esentasse e ad altissimo rischio sanitario per tutti i cittadini". Queste le previsioni di una rete di associazioni (Wwf, Legambiente, Gaia e Cai Lombardia, Lac, Lav, Gol, Enpa, Lipu, Associazione vittime della caccia, Pro-natura, Cabs Bird Guard, Gruppo di intervento giuridico) dopo l’approvazione del Consiglio regionale del progetto di legge sullo spiedo bresciano. La norma prevede che i cacciatori possano cedere a titolo gratuito (resta vietata la vendita) a privati e ristoranti uccellini piccoli per preparare lo spiedo bresciano. Il testo prevede anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina. La legge è stata approvata con 45 voti favorevoli e 23 contrari, non senza tensioni, soprattutto tra consiglieri del M5S (che hanno esposto cartelli) e circa 40 amministratori locali bresciani. "L’ipotesi di cessione gratuita – spiegano le associazioni - della selvaggina ai ristoratori dai cacciatori non è fiscalmente praticabile". Per le associazioni, oltre alla questione morale, c’è un rischio sanitario, perché gli animali ceduti dai cacciatori ai ristoratori sono esenti dall’obbligo di controlli sanitari. "Per dare una dimensione concreta al rischio sanitario, se per ipotesi solo 10mila dei 53mila cacciatori lombardi fossero interessati alla cessione dei 150 uccelli l’anno previsti dalla legge in approvazione, ogni anno avremmo che circa 45 tonnellate di carne verrebbero distribuite negli esercizi pubblici senza alcun controllo sanitario". F.Pa.