Funivie ferme, le reazioni in Valle "Perdere le feste di Natale ipoteca la stagione in negativo"

Non aprire gli impianti a Natale? Un disastro annunciato. Questo in estrema sintesi il pensiero, peraltro condiviso da molti addetti ai lavori, di Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Sondrio & Valmalenco. "Sappiamo bene – dice Pinna - che il virus non è stato ancora sconfitto e siamo convinti che le priorità siano la salute e la sicurezza di tutti. E questa è una preoccupazione centrale di tutti gli operatori del turismo montano che guardano con preoccupazione al futuro. È inutile nascondere che la filiera del turismo invernale è basata soprattutto sugli impianti sciistici, attorno ai quali ruota un importante indotto".

La problematica però pare essere sottovalutata. "Ora mi chiedo come si possa sottovalutare un sistema economico montano, fatto di gente che vive nelle valli, di impianti, di freddo che ti spacca la faccia ma che non ferma la passione e la volontà dei suoi figli. Mi risulta poco lungimirante pensare di frenare il turismo montano fermando le molte stazioni sciistiche, che danno lavoro a centinaia di migliaia di famiglie. Inoltre dobbiamo considerare che ci sono migliaia di strutture ricettive, decine di migliaia di maestri di sci, di rifugisti, di ristoranti, di negozi, di laboratori, di artigiani che gravitano in questo mondo. Parlare solo di mancati incassi sulle vendite degli ski pass sarebbe estremamente riduttivo: l’aspetto primario sono le decine di miliardi sottratti all’economia, alla sopravvivenza delle valli e delle sue famiglie. La vicina Svizzera, dove la situazione Covid-19 è molto pesante, ha aperto ed aprirà tutti gli impianti di risalita. Francia e Germania si sono già espresse su possibili date d’apertura e l’Austria ha scelto il lockdown totale adesso, proprio per poter valutare d’aprire le stazioni sciistiche da Natale". E ancora: "Per tutte le stazioni turistiche, la perdita anche solo del periodo natalizio comprometterebbe di fatto il risultato dell’intero anno. E se la decisione dovesse essere quella di porre dei limiti, si dovranno necessariamente garantire dei particolari sostegni in favore dei territori".

Fulvio D’Eri