Villa di Chiavenna, frana a Motta Calestro: in 20 costretti a restare fuori casa

Inagibili sei abitazioni considerate in una zona potenzialmente a rischio

La frana a Motta Calestro (Anp)

La frana a Motta Calestro (Anp)

Villa di Chiavenna (Sondrio), 14 agosto 2019 - Desta ancora preoccupazione la frana a Motta Calestro, distaccatasi a Villa di Chiavenna nella giornata di lunedì scorso. La situazione di incertezza venutasi a creare ha costretto l’amministrazione comunale guidata da Massimiliano Tam ad emanare un’ordinanza che ha comportato l’evacuazione, a titolo precauzionale, di una ventina di residenti non ancora rientrati nelle proprie case.

Rimangono quindi ancora inagibili – nonostante le previsioni ottimistiche avanzate nelle ore immediatamente successive al crollo – sei abitazioni considerate in una zona potenzialmente a rischio, nonostante le reti paramassi, realizzate in seguito all’alluvione del 1987, siano riuscite a bloccare il materiale distaccatosi dal fianco della montagna – conosciuta anche con il nome dialettale di Motta Marcia – in tre distinti momenti di lunedì, il primo verso le 5.30, il secondo alle 10 e il terzo dopo mezzogiorno. E a destare ancora qualche dubbio legato alla sicurezza sarebbero proprio le opere di difesa passiva sulle quali geologi e tecnici stanno effettuando tutte le verifiche di staticità necessaria: la preoccupazione è che, nel caso si verifichino altri fenomeni franosi, le reti paramassi non siano in grado di arrestare la caduta dei detriti. Rimane fortunatamente fuori pericolo la strada statale 37.

«I tecnici  stanno effettuando tutte le misurazioni necessarie – commenta Tam –. Ieri non è stato possibile far rientrare le famiglie evacuate e questa situazione potrebbe protrarsi anche nei prossimi giorni. Al momento è molto difficile poter avanzare una stima sui tempi necessari per garantire la sicurezza». «Nella giornata di ieri – sottolinea il presidente della Comunità montana della Valchiavenna, Davide Trussoni – i tecnici hanno effettuato le operazioni di disgaggio della componente “leggera” della frana. Nei prossimi giorni si provvederà, invece, a mettere in sicurezza l’intero corpo franoso e, in un secondo momento, si dovrà provvedere al ripristino delle barriere passive».