Maltempo in Valtellina, l’onda di fango travolge tre vite a Chiareggio

Turisti di Comabbio in vacanza: morta una coppia e una bambina. Il papà non sa ancora della figlia: "Lasciatemi, devo andare a salvarla"

Gianluca Pasqualone con la moglie Silvia Brocca e il piccolo Leo

Gianluca Pasqualone con la moglie Silvia Brocca e il piccolo Leo

Sondrio, 13 agosto 2020 - Un’onda-assassina che ha spezzato tre vite di altrettanti turisti di Comabbio, nel Varesotto, in vacanza fra le montagne in Valtellina. Mentre una quarta, quella di Leo, di soli cinque anni, sta lottando in un letto dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per salvarsi.  Ma ovviamente non sa che, nella tragedia di Chiareggio, in alta Valmalenco, ha perso entrambi i genitori.

Il piccolo fuoristrada condotto da papà Gianluca Pasqualone, 45 anni, originario di Roma, ma da tempo trapiantato sul lago di Comabbio, è stato investito da una frana che si è staccata dalle pendici della Val Nevasca, all’imbocco di Chiareggio, piccola frazione di villeggiatura, a 1.500 metri, luogo per chi ama il relax e le tranquille passeggiate all’aria aperta, nei boschi di abeti e pini, nel territorio di Chiesa in Valmalenco. La vettura, investita da terra, sassi, fango, è piombata nel sottostante torrente, un piccolo corso d’acqua, solitamente una pietraia o, al massimo, un ruscello.

«È bastato un temporale un poco più forte del solito - spiega Massimo Pedrotti, lo storico titolare del ristorante-albergo “Tana del Grillo“ e conosciuto artista per la sue affermate esibizioni sui palchi di mezz’Italia con l’inseparabile fisarmonica - per fare esondare l’acqua e causare la tragedia. In quel punto, ossia la Val Nevasca, è chiamata così perchè spesso d’inverno scende la valanga».

Ma su quella vettura, oltre ai componenti del nucleo familiare, viaggiava anche una bambina, la cui famiglia è legata a quella delle vittime, ieri compiva il suo decimo compleanno. Il suo papà seguiva su un’altra macchina, anch’essa in parte colpita dallo smottamento e finita in acqua. «Lasciatemi devo scendere a mettere in salvo la mia bambina...», implorava i Vigili del fuoco - una volta recuperato dal torrente in piena - i soccorritori Davide Rizzi, 49 anni, anch’egli residente a Comabbio. Ora, per un serio trauma toracico, è ricoverato nell’ospedale Manzoni di Lecco, trasportato da uno dei 4 elicotteri che la Centrale di Areu, diretta da Claudio Mare, ha saputo mobilitare a tempi di record per operare sui luoghi della tragedia.

«Se nelle prossime ore dovesse piovere ancora, non è escluso che dal versante scenda altro materiale. Va valutata la sicurezza dell’area», ha detto il geologo Maurizio Azzola. A coordinare le prime indagini dei carabinieri il comandante provinciale in persona, colonnello Emanuele De Ciuceis. E adesso l’immancabile inchiesta di cui si occuperà il sostituto Stefano Latorre, uno dei magistrati più esperti della Procura di Sondrio. Intanto diversi turisti ieri, dopo il dramma, hanno lasciato la valle.