Pizzo Cengalo, frana-assassina: nessun colpevole

Lo smottamento nel 2017 uccise 8 escursionisti. I parenti delle vittime impugnano la sentenza

Il momento del crollo

Il momento del crollo

Villa di Chiavenna (Sondrio), 30 gennaio 2020 -  La frana del Pizzo Cengalo, al confine con Villa di Chiavenna, non era prevedibile e non c’è alcun responsabile penale per la morte degli 8 escursionisti travolti nell’agosto del 2017 in Val Bondasca quando dalla montagna si staccarono tre milioni di metri cubi di roccia. A renderlo noto la testata giornalistica grigionese "La Bregaglia.ch" che annuncia la decisione presa dal Tribunale cantonale grigionese che ha respinto il ricorso dei famigliari delle vittime contro il decreto di abbandono emesso lo scorso anno dalla Procura pubblica retica, che non aveva ravvisato alcuna negligenza da parte delle autorità.

"I giudici – si può leggere sul sito del giornale svizzero - hanno confermato le conclusioni del ministero pubblico. La sentenza non è però ancora definitiva e probabilmente sarà impugnata al Tribunale federale di Losanna, che potrebbe così essere chiamato ad occuparsi della più grande frana scesa negli ultimi secoli in Svizzera".

Secondo i legali dei parenti delle vittime – di nazionalità svizzera, tedesca ed austriaca - i rilevamenti svolti due settimane prima della tragedia, avvenuta il 23 agosto 2017, avrebbero fatto emergere che i movimenti della massa rocciosa instabile erano aumentati in modo considerevole. "Ciò che, secondo gli avvocati – si legge su “La Bregaglia” - avrebbe dovuto indurre a prendere altre misure di sicurezza". La sua tesi è stata respinta dai giudici cantonali. Sollevata per la decisione del Tribunale cantonale è la sindaca di Bondo Anna Giacometti che averte: "Alle famiglie delle vittime rimane aperta, per 30 giorni, la via del ricorso al Tribunale federale".