Ferito finto nella grotta, ma esercitazione vera

È stato simulato un incidente a una grande profondità come quello realmente avvenuto nell’“Abisso“

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C’è stato un gran via vai questo fine settimana alla Capanna Stoppani, in cima al Pian del Tivano, ma questa volta le squadre di soccorso della IX Delegazione speleologica sono scese negli abissi che si spalancano sotto la montagna per compiere un’esercitazione. Una simulazione nata da un fatto vero, l’incidente che avvenne a giugno del 2020, appena terminata la prima ondata del Covid, quando uno speleologo rimase bloccato nell’Abisso dei Giganti, a -200 metri di profondità, a causa di un infortunio al ginocchio che gli impedì di effettuare la risalita coi compagni. L’incidente avvenne a -350 metri di profondità e il 41enne, che era al suo "battesimo" in grotta, venne riportato con grande fatica al campo base a -200 metri dagli amici che poi lanciarono l’allarme. Per farlo uscire furono necessari due giorni di lavoro da parte dei volontari del Soccorso Alpino e dei Vigili del fuoco del gruppo Speleo alpino fluviale. Se infatti in condizioni normali la risalita procede a una velocità di 15 metri l’ora, accompagnare un ferito o peggio trasportare una barella, richiede molto più tempo. Proprio lo scenario che 39 tecnici del Soccorso alpino provenienti da tutta la regione si sono allenati ad affrontare. Le operazioni si sono svolte utilizzando attrezzature e procedure che riducono molto l’impiego di materiali. Questo ha permesso alle quattro squadre di completare le operazioni di recupero in circa 9 ore, un tempo record.