Pastori e predatori, la faida del lupo: "Basta con le parole: noi spariamo"

Testa mozzata e minacce a Samolaco, in provincia di Sondrio: "Branchi in aumento, allevamenti a rischio". Condanna di Enpa e Wwf

Lupo decapitato e appeso a cartello stradale a Samolaco

Lupo decapitato e appeso a cartello stradale a Samolaco

Samolaco (Sondrio), 7 settembre 2022 - La testa mozzata di un lupo appesa a un cartello stradale di Era, frazione di mille anime di Samolaco, in Valchiavenna, e sotto un lenzuolo con la seguente scritta vergata con un pennarello: "I professori parlano, gli ignoranti sparano". Le prime telefonate, che informavano di questa immagine raccapricciante lungo la provinciale Trivulzia, all’ingresso del paese, come avvenuto nel marzo 2020 in un paese della lontana Calabria, sono arrivate in Municipio dopo le 8 di ieri, all’apertura degli uffici comunali.

Un avvertimento, un modo singolare per fare giustizia sommaria, per fare capire alla politica - incapace di gestire la problematica legata alla convivenza fra popolazione e predatori - che si è superata la soglia di sopportazione? Sono stati, infatti, frequenti gli assalti, di recente, in particolare alle greggi al pascolo a mezza quota su queste montagne. Non bastano, insomma, incontri pubblici fra esperti e residenti per imparare a vivere insieme a questi animali, come con gli orsi. Lo sa bene il sindaco di Samolaco, Michele Rossi.

"C’è un elevato stato di insicurezza - afferma Rossi, ex ufficiale della Guardia di Finanza in pensione che da anni con tanto impegno si spende per la “res publica“ -. Non basta il risarcimento per la bestia uccisa. C’è, infatti, chi si affeziona all’animale che cresce. E vederselo sbranare non è per nulla simpatico". "Gli allevatori - sottolinea il primo cittadino - lasciano solitamente incustoditi pecore, capre e cavalli al pascolo a metà montagna e gli assalti dei predatori ai capi di bestiame fanno male. La scorsa primavera abbiamo documentato, con alcuni video, diversi passaggi anche di 3-4 lupi alla volta nella Piana di Era. Non lontano dalle abitazioni. Pure durante il giorno. Ora con la vegetazione alta e i campi di mais riescono a mimetizzarsi meglio, nel caso decidano di farsi un giro. Non abbiamo mai avuto segnalazioni di aggressioni alle persone, per fortuna. Dai resti dell’animale appeso al cartello si desume che l’uccisione è recente. Abbiamo subito informato il reparto dei Carabinieri Forestali e gli agenti della Polizia Provinciale".

Le indagini si faranno e non è difficile ipotizzare che presto, grazie al sistema di videosorveglianza, sarà possibile risalire al responsabile dell’uccisione, forse lo stesso che ha appeso l’esemplare al cartello stradale. "Un atto criminale e macabro da non lasciare impunito", tuona il Wwf nazionale. "Uccidere un lupo che senso ha? - si domanda Sara Plozza, presidente provinciale di Enpa Sondrio -. È tornato a fare paura? L’uomo deve imparare a convivere con tutte le altre specie animali. Si adeguino, semmai, gli indennizzi agli allevatori danneggiati, ma si tuteli, inoltre, la biodiversità di cui tanti si riempiono la bocca, ma senza metterla in pratica nella maniera corretta".