Emergenza peste suina "Ora fermate i cinghiali"

Dopo l’esemplare morto in Piemonte, l’appello di Regione e Coldiretti Brescia. Gravissimi danni alle imprese se la malattia si estendesse agli allevamenti

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di Milla Prandelli

Emergenza peste suina nel Bresciano, dove presto potrebbe arrivare la malattia, rilevata in un cinghiale morto in Piemonte. La fauna selvatica, difatti, si muove sul territorio in branchi, che non di rado si incrociano. A lanciare l’appello, nelle scorse ore, sono stati la Regione Lombardia con il suo assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi e Coldiretti Brescia, che ha chiesto un’azione immediata e diretta.

"Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni dei cinghiali – precisa Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia – Non c’è più tempo, vanno messi in campo interventi concreti e incisivi per riportare sotto controllo la gestione numerica di questi animali con modifiche alla norma nazionale e il rafforzamento delle misure a livello regionale e provinciale".

Il sodalizio ambientalista teme che dai cinghiali la malattia possa passare anche ai suini da allevamento. "Il rischio che il contagio possa estendersi ai nostri allevamenti – aggiunge Claudio Castana, vicepresidente di Coldiretti Brescia e coordinatore della Consulta suinicola provinciale – rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese soprattutto in un territorio come quello della provincia di Brescia, che è una delle prime in Italia per numero di maiali allevati. La situazione che ci troviamo ad affrontare impone un attento monitoraggio, anche per evitare che si possano generare strumentalizzazioni e speculazioni ai danni dei nostri imprenditori agricoli. Il virus della peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagioso e spesso letale per gli animali, mentre non è trasmissibile agli esseri umani. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali, il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in tutta Italia fino a superare i due milioni di esemplari".

Dalla Regione vengono criticate le decisioni dello Stato in merito alla politica di contenimento dei cinghiali, che negli ultimi anni sono proliferati. "Conseguenza inevitabile dell’inerzia dello Stato che sino a oggi ha fatto poco o nulla per favorire il contenimento del cinghiale, uno dei principali veicoli della Psa, a differenza di quello che stanno facendo altri Paesi coinvolti dallo stesso problema nel Nord e nell’Est Europa, dove addirittura si costruiscono recinzioni nei boschi e si usa l’esercito".

Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi, commentando il caso di peste suina africana registrato in Piemonte. "Tutta l’attività di contenimento è di fatto a carico delle Regioni. Roma ha soltanto messo ostacoli, burocrazia e divieti". Il caso potrebbe anche avere conseguenze sul commercio delle carni suine italiane.