Sondrio, allarme discariche per l’edilizia: "Sono sature, dobbiamo fermarci"

Il gruppo Anaepa-Confartigianato Sondrio si rivolge alle autorità e avanza una serie di proposte: "Un aiuto potrebbe derivare dall’impiego dei materiali rigenerati per le opere di riempimento"

Un mezzo meccanico durante una fase di demolizione

Un mezzo meccanico durante una fase di demolizione

Gli impianti di smaltimento rifiuti derivanti dalle demolizioni sono saturi e gli edili di Confartigianato lanciano l’allarme: con questa situazione si rischia la chiusura imminente. Questo uno degli argomenti principali affrontato nella seduta di fine anno del direttivo provinciale del gruppo Anaepa-Confartigianato Edilizia Sondrio.

"Preoccupa il tema della gestione dei materiali derivanti dalle opere di demolizione e delle terre e rocce da scavo – dicono da Confartigianato -. Nonostante l’impegno a trovare una soluzione con la costituzione di un tavolo ad hoc già nel 2021, coordinato dalla Prefettura e dalla Provincia di Sondrio, ad oggi non si vedono spiragli circa una inversione di marcia. Al contrario, con l’aumento dei cantieri si rischia di arrivare al collasso in quanto gli impianti esistenti e autorizzati sul territorio sono saturi".

Alcune soluzioni, che Confartigianato ha presentato a più riprese, sia al tavolo di lavoro, sia alle principali stazioni appaltanti, pare ci sarebbero. "Un aiuto potrebbe derivare dall’impiego dei materiali "rigenerati" per le opere di riempimento da utilizzare negli appalti pubblici. Questi materiali, una volta rispettate determinate caratteristiche, possono essere nuovamente riutilizzati, tenendo conto che tutte le fasi di produzione sono certificate e rispettano gli standard previsti".

Al termine del citato Tavolo di lavoro (novembre del 2021), "vi era stato l’impegno da parte delle stazioni appaltanti pubbliche e da parte degli ordini professionali (progettisti) ad introdurre l’uso di questi materiali. Impegni questi che sono rimasti pressoché disattesi. La riqualificazione dei materiali ha un costo che le imprese di recupero non possono non caricare sul prodotto finale. A fronte di questo però risultano in crescita le segnalazioni di richieste, da parte dei committenti, di materiale a prezzi al di sotto del costo di produzione. Una situazione paradossale". La categoria denuncia infine il rischio di discariche improvvisate con conseguenti danni per l’ambiente.