Dagli spazi carenti alle carriere Scatta la protesta dei ragazzi

Brescia, i rappresentanti dell’Unione: non c’è diritto allo studio senza l’attenzione a chi frequenta

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di Federica Pacella

Sportelli psicologici inesistenti o di difficile accesso, carriere alias ancora poco diffuse, oltre a problemi cronici di manutenzione degli edifici. Temi che l’Unione degli studenti di Brescia ha portato in piazza Vittoria, anche se la manifestazione di ieri pomeriggio ha avuto meno seguito rispetto a quanto accaduto in altre città. Pochi, meno di una decina, i ragazzi presenti (provenienti dai licei ‘Arnaldo’ e ‘De Andrè’), che hanno comunque voluto far sentire la loro voce.

"Si sente spesso parlare di diritto allo studio, ma non c’è nessun diritto allo studio senza attenzione verso gli edifici e la comunità scolastica", spiega Irene, responsabile organizzativa. Al primo posto, i ragazzi mettono il benessere psicologico, poco tutelato, dicono, da sportelli che sono attivati a macchia di leopardo negli istituti di scuola superiore o che sono tenuti da docenti. "I professori esercitano la responsabilità sugli sportelli in qualità di psicologo, quindi è anche una violazione del codice deontologico", prosegue Irene. Troppo poco, poi, si parla delle carriere alias, dedicate agli studenti transgender. Uno dei pochi casi positivi nel Bresciano è il liceo classico ‘Arnaldo’, in città, dove da quest’anno scolastico è stata data la possibilità di farsi registrare sul registro elettronico col nome in cui la persona si riconosce: un’ufficialità che impone anche ai docenti il rispetto nell’uso coerente dei pronomi.

"Vorremmo che questa possibilità fosse data in tutte le scuole", aggiunge Alice. Anche sull’educazione civica c’è ampio margine di miglioramento. "Non serve che i professori vengano in classe a leggere degli articoli – prosegue la studentessa - quello possiamo farlo anche da soli".