Coronavirus, mercato semi vuoto a Sondrio: gli affari vanno a picco

Presenti solo i banchi di alimentari, deserte le vie del centro. Effetto coronavirus sugli ambulanti: se continua così sarà una rovina

Mercato a Sondrio

Mercato a Sondrio

Sondrio, 1 marzo 2020 -  Mercato del sabato a Sondrio semi deserto, una dozzina di banchi di generi alimentari o poco più, tutti posizionati in piazzale Bertacchi, sulla parte sinistra salendo verso il centro cittadino. Impossibile ieri mattina non notare gli effetti dell’ordinanza ministeriale per evitare il contagio del coronavirus, che prevede, tra le altre cose, la chiusura dei mercati del fine settimana con la sola eccezione degli ambulanti alimentaristi, che hanno potuto lavorare regolarmente. Così è stato ieri anche a Sondrio, Morbegno e Chiavenna. Nel capoluogo valtellinese le vie del centro, solitamente ravvivate dai colori della merce in esposizione sui banchi tra piazza Campello, XXV Aprile e Vittorio Veneto, e piazzale Bertacchi, erano invece vuote, con l’unica eccezione, come detto, di una parte di piazzale Bertacchi, dove erano state concentrate le bancarelle di frutta e verdura, formaggi e pollo.

A rappresentare gli ambulanti sfrattati dal loro posto di lavoro c’era Giovanna Bormolini, che si è presentata ieri mattina come ogni sabato ma senza il furgone carico di prodotti per la casa e oggettistica di ogni genere. Al posto del banco un semplice cartello: "Perché noi non alimentari no?". "Non riusciamo a capire perché solo noi non abbiamo potuto lavorare e, forse non potremo nemmeno il prossimo weekend – afferma Giovanna –. So che alcuni colleghi hanno tentato di aprire in altri mercati della provincia di Sondrio, ma è arrivata la Polizia locale. Altri si sono presentati, il furgone chiuso e un cartello “Io sono qua ma non posso aprire“. Non so se chi ha deciso questo provvedimento si renda conto del danno per tanti commercianti, un’altra settimana così può davvero rovinarci. Oltre a non lavorare il sabato e la domenica, infatti, abbiamo problemi anche a comprare la merce non essendoci grossisti in Valtellina e visto che gli spostamenti da provincia a provincia sono stati caldamente sconsigliati. Un altro aspetto quanto meno strano: oggi (ieri per chi legge, ndr ) hanno potuto lavorare solo gli alimentaristi, nessun problema però per coloro che arrivavano da altre province lombarde. Questa non è certo una guerra tra di noi, e sono contenta per chi ha potuto lavorare, però non si capisce il senso di queste scelte".

«Ritengo un errore – le fa eco il presidente del sindacato venditori ambulanti Fiva in seno all’Unione del commercio e del turismo della provincia di Sondrio, Stefano Scimè – equiparare la realtà della provincia di Sondrio a quelle metropolitane, dove abbiamo mercati anche con 200 banchi. Inoltre, noi operatori del mercato valtellinesi non capiamo perché le nostre bancarelle all’aperto debbano essere considerate luoghi a rischio contagio, mentre non lo sarebbero gli ambienti chiusi. L’ordinanza, dunque, ci appare poco chiara e comunque ingiustamente discriminante nei confronti solo di qualcuno". E ad essere penalizzati sono stati, comunque, anche gli alimentaristi, che si sono ritrovati a lavorare in un mercato svuotato, con i loro banchi spostati per evitare che fossero tutti sparpagliati, e meno gente in giro per le vie del centro sondriese. Anche loro faticano a comprendere il motivo di questa scelta. "Una decisione che appare più come una manovra di immagine che qualcosa di veramente necessario – commenta Federico Spini dietro al suo banco di frutta e verdura –. Lo spostamento ci ha creato disagi, i nostri clienti non sanno dove siamo e non ci trovano. C’è meno gente in giro. Avremo lavorato un terzo del solito".

Anche Stefano Zecca, della ditta Zecca formaggi, è dello stesso parere. "È strano vedere il mercato così. Noi di solito siamo in piazza Campello, lì siamo meglio attrezzati anche in termini di servizi come la corrente elettrica. C’è stato poco preavviso, non abbiamo potuto avvisare i nostri clienti che non sapevano dove eravamo stati spostati, certamente abbiamo lavorato meno del solito. Ora sembra che la stessa cosa possa accadere anche sabato prossimo, speriamo davvero di no". Pure tra i clienti c’è chi solleva perplessità. "Francamente non si capisce perché chiudere parzialmente i mercati, che sono pure all’aperto, e lasciare che i supermercati al chiuso vengano affollati – afferma il dottor Bruno Tuia, medico di base in pensione –. Alcune precauzioni sono assolutamente giuste e sensate, ma altre sembrano davvero esagerate. Senza contare che non ci sono i numeri per parlare di epidemia o addirittura di pandemia". "C’è certamente meno gente oggi – il commento di Gabriele Paganoni, in giro con la famiglia –. Noi non veniamo spesso, e di solito solo per i banchi di generi alimentari, quindi non abbiamo avuto problemi".