Coronavirus, l’ingegnere di Sondrio a Shanghai: "Verificano tutti gli spostamenti" /VIDEO

La testimonianza: "Le autorità stanno affrontando la situazione con serietà e fermezza"

Con le mascherine a Shanghai

Con le mascherine a Shanghai

Sondrio, 27 gennaio 2020 - Parla di "mezzi pubblici bloccati", racconta dei controlli "serrati su ogni automobile e su chi si sposta", ma riferisce di una situazione ancora vivibile. È la voce di un italiano in Cina. Perché se in Italia , al momento, non ci sono casi di Coronavirus, la cosiddetta “influenza cinese” che sta mietendo vittime e preoccupando tutto il mondo, sono al contraio molti gli italiani che si trovano in Cina, in una sorta di limbo, in città blindate e con notizie provenienti solo ed esclusivamente da fonti governative.

La preoccupazione nella comunità italiana in Cina è palpabile. Tra gli italiani in queste re e in quetsi giorni impegnati nel “Paese del Dragone“ anche un giovane di Sondrio, che, seppur con le difficoltà dettate dal momento particolarmente critico e dalle informazioni frammentarie che chi vive lì può aver e diffondere, racconta quello che sta accadendo a Shanghai, partendo dalla notizia che, solo la notte tra sabato e domenica, le autorità governative di Pechino hanno fatto sapere che il numero dei contagiati è aumentato di 600 unità, passando da 1.400 a 2.036, mentre i decessi sono 56. Numeri che certamente fanno impressione ma che costituiscono, a onor del vero, una percentuale contenuta della popolazione potenzialmente esposta al Coronavirus.

"Qui c’è preoccupazione – sottolinea il giovane ingegnere valtellinese, che risiede a Shanghai per motivi lavorativi da alcuni anni – ma le autorità stanno affrontando la situazione con serietà e fermezza, ed è giisto che sia così. Il governo ha diramato un comunicato in base al quale solamente gli ospedali cinesi sono titolati a trattare i sintomi tipici del coronavirus". Nell’area più colpita (Wuhan, da dove parrebbe che il virus si sia propagato, a partire da un mercato di pesce, ma non è ancora detto) si contano 1.058 casi, con 52 decessi e 42 pazienti ormai fuori pericolo, mentre 56 milioni di persone sono state isolate dal resto della Cina, per evitare ulteriori contagi.

«Io – prosegue il giovane professionista italiano – mi trovo a Shanghai, a 700 chilometri dall’epicentro del contagio. Qui i mezzi pubblici, come bus e taxi, in entrata ed uscita dalla città, sono bloccati ma ci sono limitazioni anche su treni e aerei provenienti dal resto della Cina. Le macchine con targa esterna alla municipalità di Shanghai vengono controllate molto attentamente, anche in considerazione del fatto che circa il 30% degli abitanti è costituito da migranti lavoratori, tutti in rientro data la conclusione del Capodanno Cinese". E ancora: "Il danno economico - conclude – è certamente rilevante, noi al momento siamo in vacanza ma gli uffici dovrebbero riaprire venerdì prossimo. La comunità italiana si supporta e si tiene informata ma nel limite del possibile, tutte le informazioni infatti sono di fonte governativa".