Coronavirus, addio a don Lanzetti: "Insieme abbiamo costruito il gruppo Caritas"

Lanzada, il sindacalista Nana: proprio sotto il suo appartamento si raccoglievano viveri e indumenti da portare in ex Jugoslavia

Lanzada, don Renato Lanzetti con Giorgio Nana

Lanzada, don Renato Lanzetti con Giorgio Nana

Lanzada (Sondrio), 8 aprile 2020 - Si è speso tanto non solo per la sua terra d'origine don Renato Lanzetti, vicario generale della Diocesi di Como, scomparso l'altra notte per le complicazioni legate al Coronavirus. Nato a Ciappanico di Torre di Santa Maria in Valmalenco il 10 novembre del 1952, don Renato assunse il suo primo incarico post ordinazione a Livigno. «Nel 1988 venne destinato a Lanzada dove fece il suo ingresso il 19 febbraio del 1989, in sostituzione di don Silvio Bradanini, morto proprio quell'anno, a 62 anni», racconta il sindacalista Giorgio Nana, originario di Lanzada e a quei tempi fabbriciere della parrocchia, insieme a Giuseppe Picceni, Angelo Nana e Luigi Bardea. «In accordo con don Silvio, a novembre del 1988 raggiungemmo Livigno per incontrare don Renato e discutere del suo trasferimento in Valmalenco: bevemmo il caffè in casa della di sua mamma, Fausta, e pranzammo al ristorante Baita Veglia». Una volta insediatosi in paese, «costruimmo insieme il gruppo della Caritas parrocchiale.

Durante la guerra nei Balcani proprio l'appartamento sotto casa sua (nell'edificio parrocchiale) divenne magazzino per la raccolta viveri e indumenti che portavamo nei Paesi della ex Jugoslavia», continua Nana. Inoltre, «nel periodo del grest, ospitavamo nelle famiglia i bambini di quelle zone martoriate», aggiunge. Don Renato rimase a Lanzada fino al 4 ottobre del 2009, poi passò a Grosio. «Al suo posto, e fino all'arrivo di don Claudio Rossatti, a reggere la nostra parrocchia ci pensò monsignor Valerio Modenesi, ex arciprete di Sondrio». Chiamato a Como nel 2017 dal vescovo Oscar Cantoni, per ricoprire l’incarico di vicario generale, don Lanzetti «amava la montagna, come tutti noi», ricorda Nana.

Sono tante le fotografie che li ritraggono insieme: «in una eravamo sul pizzo Scalino, insieme all'avvocato Renzo Gianoli, in un'altra sul monte Motta, con don Florindo Rossi e l'allora arciprete, monsignor Alessandro Botta». «Quel che si metteva in testa faceva - prosegue Nana sorridendo - Glielo dicevo sempre in tono amichevole: sei proprio come un bar (maschio della pecora)!». La scomparsa del vicario è stata annunciata dal vescovo di Como con un messaggio inviato ai collaboratori e ai sacerdoti della Diocesi: «Il Signore ha chiamato a sé il nostro don Renato Lanzetti. Accompagniamolo nella preghiera».