Coronavirus, a Morbegno 22 morti sospette nella casa di riposo

A nessuna delle persone decedute è stato effettuato il tampone, ma i dubbi sono pochi

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Morbegno, 10 aprile 2020 - Le morti sospette all’interno della Casa di riposo Ambrosetti-Paravicini di Morbegno, dall’inizio dell’anno, sono 22. Sulle salme, però, non è stato effettuato alcun tampone e quindi non è possibile parlare con certezza – anche se i sintomi lo lascerebbero supporre – di morti imputabili al Covid-19. Sono 49 i decessi totali registrati. Sei, rispettivamente, nei mesi di gennaio e febbraio. Quindici a marzo e ben 22 quelli di aprile (aggiornati a ieri, giovedì 9). Sono 58 le persone che si trovano ora in malattia tra il personale sanitario della struttura. Sedici dei quali sospetti positivi. Mercoledì sono stati praticati i primi test tra gli ospiti della struttura – 47 quelli eseguiti fino alla mattinata di ieri – mentre, tra il personale sanitario della Casa di riposo, si contano 6 positivi al Coronavirus, su 13 tamponi effettuati. Il sindaco, Alberto Gavazzi, ha voluto esprimere la vicinanza a chi, in questi giorni estremamente difficili, ha perso un proprio caro. Ma anche ringraziare l’impegno di "tutte le persone – commenta – che all’interno delle Rsa stanno portando avanti questa battaglia".

La situazione venutasi a creare, con il diffondersi del Covid-19, nelle Case di riposo - non solo in quella di Morbegno – è stata a dir poco difficile. Spesso in queste strutture vi si trovano ospiti con particolari fragilità che necessitano di approcci sanitari mirati per cui l’isolamento non sarebbe sempre così semplice da attuare. "Per questo aspetto – spiega il presidente della Rsa, Italo Rizzi – la struttura ha cercato di seguire le indicazioni che Regione Lombardia ed il governo centrale ci hanno fornito. Si è provato a seguire le linee ufficiali, anche se a volte potevano risultare contraddittorie. C’è poi da tener conto della difficoltà che si pone nel momento in cui si passa dalla comunicazione all’attuarla. Il mettere in atto alcune disposizioni necessitava di essere attrezzati in tal senso".

Nella Casa di riposo - che può ospitare 194 persone ed è attrezzata per accogliere fino a 18 anziani affetti da Alzheimer – sono state attuate misure di isolamento in base a tre livelli di distinzione. I casi che molto plausibilmente sono riconducibili al Covid-19, quelli su cui vi sono maggiori dubbi ed, infine, le persone che non presentano sintomi. "La situazione resta estremamente difficile – spiega Giacomo Ciapponi, membro del Cda dell’Rsa – risulta complesso riuscire a mantenere il benessere degli anziani ospiti della struttura. Si parla di persone a cui sono state rimosse delle forme di libertà a causa delle misure di cautela adottate. Una situazione che causa ancora più sofferenza dato che si parla di persone considerate estremamente fragili".